Cultura
Immigrati. Forza Italia propone impronte digitali
la proposta la formula la relatrice della legge, l'on. Bertolini. Anche l'Ulivo non sarebbe contrario. Mascia (Prc): "E' un'idea aberrante".
Gli extracomunitari in Italia potrebbero essere sottoposti a rilievi delle impronte digitali. E’ questa l’ultima proposta della maggioranza in materia di controlli sull’immigrazione. Un argomento che torna caldo in prossimità dell’avvio della discussione in aula alla Camera della nuova legge sull’immigrazione, detta “Bossi-Fini”. Lunedì sarà dato il via al dibattito in aula, ma la legge – caricata da oltre 1.200 emendamenti da parte dell’opposizione – non sarà probabilmente approvata prima delle Aminnistrative, come il Polo avrebbe voluto. Forse verrà tutto rimandato a giugno.
Intanto, però, fa discutere la proposta di Forza Italia di “schedare” gli immigrati attraverso le impronte digitali. Isabella Bertolini (Forza Italia), relatrice della legge Bossi-Fini, ha infatti già presentato un emendamento in commissione alla Camera che introduce “rilievi fotodattiloscopici per gli stranieri che chiedono e rinnovano il permesso di soggiorno”. L’Ulivo non rifiuta a priori la proposta, ma propone l’obbligo di prendere le impronte digitali solo agli stranieri privi di documenti, ovvero ai clandestini.
Anche Francesco Rutelli, leader della Margherita e dell’Ulivo, non sembra contrario alla proposta, e addirittura si spinge a presentare una proposta di legge per una carta d’indentità elettronica in cui tutti i cittadini italiani avrebbero l’obbligo di apporre le impronte digitali. Rifondazione invece è il partito meno propenso a un’accordo di questo genere: “E’ una scelta aberrante”, si è sfogata l’onorevole Graziella Mascia.
Persino fuori dal mondo della politica, nelle aule dei Palazzi di Giustizia, la proposta di schedare gli immigrati attraverso le impronte digitali raccoglie consensi. Gerardo D’Ambrosio, procuratore capo a Milano, ritiene la legge sull’immigrazione e l’ipotesi di schedatura “un passo avanti importante”, un’idea che può essere utile, “ma sulla quale bisognerà ragionare. Si rischierebbe una disparità di trattamento tra cittadini comunitari ed extracomuitari”. “D’altra parte – osserva D’Ambrosio – se uno arriva in Italia senza documenti bisognerà pure dargli un’identità”.
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