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Soltanto piccole dosi di parità nel sistema scolastico nazionale

Si alla libertà di orientamento culturale.Ma le scuole devono sottostare a vincoli precisi per essere paritarie. Dalle Regioni aiuti alle famiglie

di Redazione

Senato: primi passi per il disegno di legge sulla parità scolastica che viene presentato all’aula. Il testo prodotto dalla Commissione è frutto dell’accordo tra i capigruppo della maggioranza e stabilisce i criteri secondo i quali sorgerà un sistema nazionale d’istruzione costituito dalle scuole statali e da quelle paritarie private e degli enti locali.
In sei articoli si cerca di ridisegnare il sistema scolastico nazionale. Si tratta degli articoli del disegno di legge all’esame dell’aula di Palazzo Madama dedicato alla parità scolastica. Al sistema scolastico nazionale concorreranno dunque tutte le scuole, statali e paritarie, ma per queste ultime sono stati stabiliti alcuni criteri per poter entrare a far parte del sistema stesso. Viene sì riconosciuta la piena libertà di orientamento culturale e di indirizzo pedagogico, ma tra i doveri cui dovranno sottoporsi vi è quello di avvalersi di docenti con titolo di abilitazione, istituire gli organi collegiali, l’apertura a tutti gli studenti senza discriminazioni e un progetto educativo rispettoso della costituzione oltre a programmi coerenti con gli obiettivi fissati dal ministero. La legge prevede borse di studio e sgravi fiscali per le famiglie in base al reddito, secondo quanto stabilisce l’articolo 27 della legge 448/98 (collegato alla Finanziaria). E gli aiuti saranno erogati dalle Regioni in base a criteri che verranno stabiliti in base a un decreto. Agli studenti, con priorità per quelli che appartengono alle famiglie meno abbienti saranno assegnati dei finanziamenti uguali sia per chi frequenta le scuole pubbliche sia per chi è iscritto agli istituti privati. I fondi per la parità andranno per la maggior parte alle scuole per l’infanzia che rappresentano il 50 per cento circa del totale. Il cammino del disegno di legge sarà comunque difficile per le diverse posizioni politiche espresse anche all’interno della stessa maggioranza di governo, soprattutto dai partiti del centro della coalizione.

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