Leggi
Durigon: «Lo stallo sulla legislazione del Terzo settore? Responsabilità amministrativa, non scelta politica»
«I ritardi in effetti ci sono, ma non dipendono da una supposta volontà politica di tirare il freno a mano. Le cause vanno addebitate a un’amministrazione oggettivamente lenta e fragile», la replica dell'esponente leghista mette nel mirino in particolare il ministero dell'Economia e l'Agenzia delle Entrate. Intanto oltre che sul dossier fiscale da inviare in Europa e il 5 per mille, facciamo il punto sulle tempistiche relative alle linee guida sul bilancio sociale e registro unico
di Redazione
«I ritardi in effetti ci sono, ma non dipendono da una supposta volontà politica di tirare il freno a mano. Le ragioni sono prettamente amministrative e vanno addebitate a un’amministrazione oggettivamente lenta e fragile». Così il sottosegretario al Welfare con delega al Terzo settore Claudio Durigon, replica alla richiesta di vita.it di conoscere le ragioni dell’impantanamento dei provvedimenti sulla riforma del 5 per mille (lo si attende da almeno la primavera dello scorso anno) e sul dossier da inviare a Bruxelles per ottenere il via libera dalla commissione sulle norme fiscali contenute nella riforma del Terzo settore relative in particolare ai decreti sull’impresa sociale e sul registro del Terzo settore, che il mondo del non profit aspetta dalla fine dello scorso anno, ovvero dall’approvazione del decreto fiscale. Da allora sono trascorsi oltre sette mesi. «Tanti, troppi, è vero. Ma da parte mia l’input politico è stato dato, ora siamo nelle mani dell’amministrazioni, in particolare quella dell’Agenzia delle Entrate e del Ministero dell’Economia», ribadisce Durigon. Palla dunque al ministro Giovanni Tria.
Ma intanto facciamo il punto più nel dettaglio.
AUTORIZZAZIONE UE
Il fascicolo è nelle mani di un tavolo tecnico congiunto fra ministero del Welfare, ministero dell’Economia e Agenzia delle Entrate. Come detto i lavori sono in corso. A quanto si apprende, il ministero del Welfare ha concluso l’istruttoria riferita all’impresa sociale, ma deve ancora finire quella del Codice del Terzo settore. L’invio della richiesta di autorizzazione alla Ue è in capo a via Fornovo, ma è necessario il disco verde dei tecnici dell’Economia che si esprimeranno non prima dell’autunno. Nel frattempo è stato ultimata la domanda di proroga del regime forfetario per le attività commerciali svolte dalle associazioni di promozione sociale e dalle organizzazioni di volontariato. Un testo non ancora pubblico che però può costituire la base metodologica si cui costruire i ricorsi “fiscali” a per impresa sociale e codice del Terzo settore. Quando verrà dunque inviato il dossier a Bruxelles? Nella migliore delle ipotesi in autunno. Più verosimilmente entro l’anno. Poi comunque ci vorranno mesi per avere il feedback dalla Commissione.
5 PER MILLE
A giugno il ministero del Welfare ha apportato le ultime modifiche. Per la direzione generale Terzo settore guidata da Alessandro Lombardi il lavoro di fatto è concluso. Come sappiamo si tratta di predisporre un decreto della presidenza del consiglio dei ministri che va licenziato su proposta del ministero dell’Economia. Per ora su quel versante tutto tace. Tempi previsti: secondo alcuni rumors il testo dovrebbe essere varato entro il mese di ottobre. Quanto al caso del ritorno del tetto e alla necessaria copertura i tecnici di via Fornovo stanno concludendo un’analisi di stima delle risorse necessarie. Ma la partita si gioca nella legge di Bilancio 2020.
ALTRI AGGIORNAMENTI
Il regolamento sulle cosiddette attività diverse licenziato dalla Cabina di regia è all’esame del Consiglio di Stato, mentre le linee guida sul bilancio sociale sono ormai pronte e dopo il vaglio della Corte dei Conti diverranno operative con il prossimo anno. I primi bilanci sociali secondo la nuova normativa sanno quindi redatti nel 2021. A seguire si dovrebbero definire le linee guida sulla valutazione d’impatto.
Infine il registro unico del Terzo settore. Secondo le previsioni del ministero del Welfare per odv e aps sarà operativo da marzo 2020. Ci vorrà invece più tempo per le altre forme giuridiche di Ets.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.