Volontariato
Cibo, consulenza e giochi: apre un nuovo emporio solidale
Dopo una lunga attesa, ha aperto questa mattina il ventitreesimo “supermercato” dell’Emilia Romagna per famiglie in temporanea difficoltà economica. Lo gestisce un’associazione tra Centro di servizio per il volontariato Svep, Caritas, Auser e Croce Rossa
Dopo tanta attesa, anche Piacenza ha il suo emporio solidale: è il ventitreesimo in Emilia-Romagna, regione che si conferma la più attiva (dopo la Lombardia) nella rete degli oltre 200 negozi in cui si può fare la spesa gratis descritta nel recente rapporto nazionale di Caritas Italiana e CSVnet.
Dalle 9.30 di oggi l’emporio di Piacenza ha aperto alle prime famiglie le porte di questo locale bello e spazioso in via Primo Maggio, 62, acquistato e ristrutturato dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano che lo ha ceduto in affitto all’ente gestore, l’associazione “Emporio Solidale” presieduta da Laura Bocciarelli (nella foto), che è anche a capo del Centro di servizio per il volontariato Svep.
La incontriamo proprio nel “supermercato”, tra i prodotti già collocati per le prime “spese solidali”. «L’associazione che presiedo», esordisce Bocciarelli, «comprende tutti i principali enti che si occupano di assistenza alle povertà del territorio: Caritas, Croce Rossa, Auser e Comune, oltre a Svep. Ovviamente il lavoro di costruzione ha previsto tempi un po’ più lunghi, dedicati al confronto tra modelli e culture diverse di assistenza, ma questa molteplicità di esperienze ci ha permesso di partire al meglio, potendo mettere in rete in modo efficace tutte le informazioni utili a razionalizzare gli interventi di sostegno alle famiglie in difficoltà».
Svep, fin dai primi momenti, ha assunto la presidenza del nuovo ente, grazie al suo “ruolo terzo” e alla sua tradizionale vocazione di sostegno e consulenza gratuita all’associazionismo.
«Questo dell’emporio, – aggiunge Bocciarelli, – è un progetto complesso e ambizioso che non vuole farsi carico solo delle difficoltà materiali dei suoi utenti ma anche delle possibili fragilità relazionali. Per me, dunque, è un impegno nuovo e stimolante ma anche stressante perché si tratta di un’esperienza del tutto inedita per la nostra città su cui si appuntano tante attese».
Piacenza, in realtà, si è coinvolta in modo particolarmente attivo nella realizzazione dell’emporio solidale che ospiterà, nelle postazioni già attrezzate con sedie e scrivanie, anche i tre principali sindacati – Cgil, Cisl e Uil – per consulenze agli utenti, mentre si parla di un possibile coinvolgimento di altri enti. Intanto, uno spazio arredato con tavolini e giochi è pronto per i piccoli visitatori (nell'immagine). Si respira insomma una bella aria tra i locali, dove i volontari sono all’opera per l’accoglienza.
«L’Emporio, – precisa Bocciarelli, – non sostituirà la normale attività dei soci fondatori, ma andrà a intercettare una particolare fascia di vulnerabilità di persone in temporanea difficoltà economica che verranno accompagnate verso l’uscita dal periodo buio, con la speranza che poi, a loro volta, si rendano disponibili ad aiutare chi è nel bisogno. In linea con quell’idea di sussidiarietà circolare su cui si sofferma spesso il professor Stefano Zamagni».
Ultimo emporio aperto in Italia in ordine di tempo (a soli due giorni da quello della Valsessera in Piemonte), questo di Piacenza ha già stoccato sette tonnellate di prodotti a lunga conservazione; sarà aperto tre giorni alla settimana, potrà contare sull’impegno di una quarantina di volontari e prevede di poter essere di aiuto a 100-150 famiglie.
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