Formazione
Ciampi. “La Ue disorienta ancora troppo i cittadini”
Il presidente della Repubblica premia il presidente della Bce Duisemberg ad Aquisgrana e dice: "Gli immigrati vanno integrati nei tessuti delle società"
In Europa “permangono anacronistiche nostalgie nazionalistiche” e molti cittadini europei si sentono “disorientati” e “insicuri”, perché non vedono sufficiente chiarezza nella rotta che la costruzione europea sta seguendo. Carlo Azeglio Ciampi, pur senza farne esplicito riferimento, dà la sua interpretazione del voto francese a Le Pen. Ma ha un’idea su quale deve essere il punto d’approdo migliore del processo di integrazione europea: una federazione di stati nazione, ”che costituisca una sintesi originale e dinamica fra un unione di stati e uno stato federale, che definisca un sistema istituzionale organico capace di salvaguardare i comuni interessi ben più di quanto potrebbero farlo, nella loro precarietà, dei meccanismi intergovernativi”.
Il presidente della Repubblica parla alla Sala Dell’Incoronazione dei re ed imperatori tedeschi, nella città di Carlomagno, alla presenza, fra gli altri, della regina Beatrice d’Olanda e di autorità di Lussemburgo, Germania e del presidente della Bce Wim Duisemberg. Da qui sottolinea la necessità di rafforzare l’Europa politica accanto a quella economica e dei valori civili.
La Ue, ha detto Ciampi, ”lungi dal cancellare le identità e le culture nazionali, ne garantisce la sopravvivenza e lo sviluppo nel quadro mondiale. In un Europa debole e divisa, nessuno stato nazionale piccolo o grande potrebbe assicurare ai suoi cittadini prosperità, sicurezza, libertà. Nessuno da solo potrebbe far fiorire la propria preziosa identità culturale, civile, religiosa, che è parte integrante dell’identità europea. Questa è la logica della condivisione della sovranità e della creazione di una comune sovranità europea. Questo il principio a cui si è ispirato e si ispira il processo di unificazione dell’Europa”.
Un Europa così fatta può accogliere nuove presenze di cittadini immigrati. “Nel rispetto delle culture d’origine, ma nell’osservanza – ha concluso Ciampi – necessaria per prevenire laceranti tensioni degli ordinamenti dei paesi d’accoglienza e nello spirito degli elementi unificanti delle radici cristiane e umanistiche della civiltà europea”.
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