Politica

L’Europa sociale di Von der Leyen

La candidata designata dai Ventotto alla presidenza della Commissione europea prima di sottoporsi all'esame del voto si è giocata il rush finale con un discorso. Al centro salario minimo europeo, impatto sociale, economia green e politica unitaria in materia di immigrazione

di Lorenzo Maria Alvaro

La candidata alla guida della Commissione europea Ursula von der Leyen, ministra della Difesa tedesca della CDU, il partito di centrodestra di Angela Merkel, è intervenuta durante la seduta plenaria del Parlamento Europeo per chiedere agli eurodeputati di sostenere la sua candidatura, in vista del voto che si terrà questa sera. L’elezione di von der Leyen non è scontata


I contenuti programmatici della sua presidenza sono stati anticipati sia con una lettera inviata ieri ai gruppi parlamentari che nel discorso di oggi alla plenaria.

«Potremo affrontare» le sfide e le opportunità dell’Europa se resteremo legati «a ciò che ci unisce: i valori condivisi e il nostro impegno per una società più tollerante, giusta ed equa», ha sottolineato von der Leyen affermando che le priorità politiche della sua prossima presidenza «attingeranno dai contributi ricevuti dai gruppi politici del Parlamento» e dall’agenda strategica del Consiglio europeo per il 2019-2024.

Ne deriva che «la mia principale priorità sarà di rendere l’Europa il primo continente a emissioni zero entro il 2050», obiettivo verso cui legifererà nei suoi primi 100 giorni di presidenza.

«Voglio ridurre le emissioni di Co2 di almeno il 50% entro il 2030», si legge invece nella missiva. Ue «leader nei negoziati internazionali» e un «piano generale», basato su «verifiche di impatto sociale, economico e ambientale» e in grado di stimolare «innovazione, competitività e occupazione» sono altri elementi del programma von der Leyen per il clima.

A sostenere il programma ci sarà un sistema di scambio delle emissioni e la carbon tax, mentre la creazione di un «fondo per una transizione equa» aiuterà a fare in modo che «nessuno resti indietro». Quanto agli investimenti privati, la presidente designata parla di un «piano di investimenti per l’Europa sostenibile» e della conversione di «parti della Banca europea per gli investimenti in banca per il clima».

Nel programma della presidenza von der Leyen viene poi la prosperità dell’Unione: «Userò tutta la flessibilità possibile del Patto di stabilità e crescita per creare un contesto fiscale più favorevole alla crescita, pur salvaguardando la responsabilità fiscale», ha spiegato. C’è poi la definizione di uno «strumento di bilancio per la convergenza e la competitività nella zona euro», il completamento dell’unione bancaria, e un «sistema europeo di riassicurazione delle indennità di disoccupazione» per proteggere i più vulnerabili.

La «piena attuazione del pilastro europeo per i diritti sociali» è il terzo elemento che la candidata alla presidenza della Commissione pone a fondamento del proprio programma di lavoro. Reddito minimo, garanzia europea per i bambini, oltre a quella per i giovani, strategia per l’uguaglianza di genere sono alcune delle parole chiave. Per sostenere il sistema sociale, l’istruzione e le infrastrutture, l’obiettivo è di «tassare le grandi compagnie tecnologiche», lavorando sul progetto del Parlamento che von der Leyen vuole fare diventare realtà. Si parla poi di stato di diritto e poi ancora di migrazioni: «un nuovo patto sulla migrazione e l’asilo», un «nuovo modo per condividere i pesi», un «inizio nuovo», «sostegno ai Paesi che subiscono più pressioni», sono i punti dell’agenda. Per von der Leyen la riforma di Frontex e i 10mila agenti di frontiera non possono attendere il 2027, ma devono essere attivi «entro il 2024». Von der Leyen scrive anche di «approccio più sostenibile per i salvataggi», «smantellamento del traffico di migranti», migrazione legale e vie «per portare qui le persone con qualifiche e capacità di cui abbiamo bisogno».

Von der Leyen infine sposa l’idea di una «conferenza sul futuro dell’Europa», in cui i cittadini possano esprimersi (da lanciare nel 2020, della durata di due anni). Quanto al Parlamento, la candidata promette di fare passi per «il diritto di iniziativa legislativa per il Parlamento», migliorare il sistema degli Spitzenkandidaten perché sia più visibile, e liste transnazionali, temi su cui «la conferenza sul futuro dell’Europa dovrà avanzare proposte» per arrivare alle elezioni europee del 2024 con nuove regole. Ultimo punto Brexit: partnership ambiziosa e strategica con il Regno Unito dopo il Brexit, e intanto «se servisse più tempo per buone ragioni, sosterrò un’ulteriore estensione».

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