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M.O. Natività, Olivero a Vita “Se Berlusconi mi chiamasse…”

Berlusconi dice "No ai 13 palestinesi", ma Ernesto Olivero rilancia "Parliamone. Incontriamoci e anche l'Unione Europa si muova"

di Riccardo Bonacina

La premessa parte dalla fatidica data dell’11 settembre: dopo l’attentato agli Stati Uniti – dice Silvio Berlusconi – “gli Usa avevano invitato i paesi alleati ‘a perseguire i terroristi dovunque fossero’. E noi ci siamo sempre dichiarati d’accordo”. E’ anche per questo motivo che il presidente del Consiglio si chiede: “Come possiamo ora accogliere dei palestinesi accusati di gravi reati di terrorismo che, non essendo stati né processati né condannati, da noi sarebbero inevitabilmente liberi?”. Il premier affronta la delicata questione in un’intervista a Panorama: “Non e’ un caso – afferma – se tutti i paesi in Europa li rifiutano: nessuno può incarcerare quegli uomini, oppure riconoscergli il diritto d’asilo dopo aver visto il loro curriculum”. Ernesto Olivero, interpellato per telefono, ribatte: “Ma come ci si può chiamare fuori? E’ giusto che il tutto avvenga in un quadro europeo e con un programma definito che preveda un regime speciale per chi potremo ospitare. Ma questo siamo i primi a sostenerlo, e ci lavoriamo dallo scorso 25 aprile. Di fronte a uno spiraglio sia l’Unione europea che l’Italia non possono girarsi dall’altra parte. Non so come andrà a finire, ma mi auguro che le cose non precipitino per mancanza di responsabilità. Chissà, se il presidente Berlusconi mi chiamasse alcune cose si potrebbero chiarire. Speriamo…”


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