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RD Congo, Ebola arriva nelle grandi città

La nuova epidemia continua a dilagare. Dopo le morti in Uganda e in Congo c'è stato il pirmo caso a Goma, città con più di un milione di abitanti a pochi chilometri dal confine con il Burndi. Un luogo di passaggiuo che fa temere per i Paesi vicini

di Lorenzo Maria Alvaro

Il primo caso di Ebola della nuova epidemia era stato registrato un anno fa sempre nella Repubblica Democratica del Congo. Da lì casi anche in Uganda. Oggi c'è il primo caso registrato a Goma, poverissima città del Congo orientale che conta più di un milione di abitanti e dove ora i contagi dell’epidemia rischiano di impennarsi drammaticamente.

Il malato è un pastore protestante arrivato in autobus da Butembo, a uno dei principali focolai della malattia nella provincia del Nord Kivu, a circa 8 ore di macchina da Goma. L’uomo era con altre diciotto persone che sono state tutte immediatamente vaccinate. «Il rischio di diffusione nel resto della città rimane basso», ha assicurato il ministero della Salute locale che ha chiesto alla popolazione di «mantenere la calma».


L’attuale epidemia nella Repubblica Democratica del Congo è la seconda più mortifera nella storia della malattia, dopo quella che ha ucciso circa 11mila persone nell’Africa occidentale (Guinea, Liberia, Sierra Leone) nel 2013-2014 . «Ci sono stati 1.655 morti (1.561 confermati e 94 probabili) e 694 persone guarite», si legge nel bollettino quotidiano del ministero della Salute di due giorni fa. Le persone vaccinate sono 160.239.

Tuttavia, l’arrivo della febbre emorragica a Goma era l’infausta previsione della canadese Joanne Liu, presidente di Medicins sans frontières international, organizzazione che ha subito diversi attacchi nei suoi centri in Congo. «Ebola è una malattia che fa paura, e chi entra nei centri spesso ne esce cadavere», spiegava Liu. «Chi va a prendere i malati nelle case, per proteggersi dal contagio è bardato come un samurai: molti l’associano all’equivalente del monatto. E’ stato poi compiuto un grave errore da parte del ministero della Salute congolese, che ha fatto poca informazione sulla malattia e che non ha mai coinvolto né la popolazione locale né i leader comunitari, ma ha agito in modo coercitivo. Il risultato è che molti congolesi non credono neanche all’esistenza del virus».

La presidente spiegò che il suo grande timore era che il virus raggiungesse la città di Goma, che versa in condizioni disastrose, e che è un grande centro di transito. «Sarebbe un vero disastro», aveva concluso. E purtroppo, Ebola è adesso in città, con il rischio che l’epidemia cominci a falciare vite a un ritmo tragicamente più veloce di quello attuale. Oltre che arrivare anche ai due Peasi confinanti, Burundi e Ruanda.

Sabato notte intanto, due responsabili locali arruolati nelle campagne di prevenzione dell’epidemia sono stati assassinati tra Beni e Butembo, sempre nella provincia del Nord Kivu. «Erano sotto minacce dal dicembre 2018», ha detto il ministero della Salute, nell’annunciare questa tragedia nella tragedia.

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