Non profit
Quando lo Stato apre alla societ
Q ualcuno, forse esagerando un po', l'ha definita la madre di tutte le riforme del Welfare.
Qualcuno, forse esagerando un po?, l?ha definita la madre di tutte le riforme del Welfare. Di certo la legge-quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali fortissimamente voluta dalla ministra Livia Turco rappresenta una vera rivoluzione sia perché colma un vuoto legislativo lungo oltre 100 anni (la precedente legge sull?assistenza la promulgò Crispi nel 1890), sia perché il testo unico che approda alla prova delle Camere rappresenta un oggettivo addio alla vecchia concezione di Stato assistenziale. Una concezione che, malgrado tutto, malgrado cioé l?atavica incapacità di risposta (si pensi ai 7.423.000 italiani che vivono sotto la soglia di povertà), le impari opportunità geografiche, i costi elevatissimi di una macchina burocratica spesso parassitaria e corrotta, piace ancora alla sinistra più statalista, sindacalizzata e conservatrice. Per questo la nuova legge sull?assistenza sta provocando più di un mal di pancia a sinistra e dentro i Ds. Del resto chi leggerà il nostro servizio di copertina che tenta un approccio laico, cioé esplicativo delle nuove norme e misure, si renderà conto che la legge-quadro rappresenta un vero e vasto tentativo di riforma del Welfare italiano, anche perché la riforma dell?assistenza contiene in sé i principi di un vero e proprio apparato normativo composto da sette successive leggi. La riforma dell?assistenza mette in campo una lettura dei bisogni, dei soggetti dell?intervento, dei destinatari dei servizi e degli strumenti dell?intervento nuovi. A pagina 7 pubblichiamo una piccola ricerca strutturale che abbiamo svolto sul testo della legge-quadro con l?obiettivo di individuare attraverso la ricorrenza di parole chiave quali siano i principi ispiratori e la visione politica che sottende la riforma. E i risultati sono stati sorprendenti giacché davvero ci troviamo di fronte, come scriviamo in questa copertina, ad una svolta. Per esempio, per la prima volta nella storia Repubblicana ci troviamo di fronte ad una legge che non individua nello Stato il soggetto primo dell?intervento (parola che ricorre solo 16 volte). I protagonisti della nuova assistenza saranno piuttosto i corpi sociali intermedi (60 ricorrenze) e gli enti locali (71). Il Terzo settore come protagonista degli interventi assistenziali ricorre infatti 31 volte (associazioni, fondazioni, volontariato), e 29 la famiglia come protagonista prima delle risposte ai bisogni. Tra gli enti locali protagoniste prime saranno le Regioni (35 occorrenze) poi i Comuni (29) e le Provincie (7). Insomma, per la prima volta una riforma che realizza il principio di sussidiarietà sia nel suo livello verticale, cioé federalista, che orizzontale non spegnendo e mortificando le risposte che la società civile produce dando un solenne addio allo Stato come produttore in proprio di servizi e prestazioni. Ma altre parole ricorrenti sono estremamente significative e a loro modo rivoluzionarie. Leggete la nostra guida alla riforma e vedrete che le sorprese positive sono davvero tante.
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