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Azzardo: le nuove invasioni barbariche

Dove era la politica, dove erano le istituzioni, le chiese, la società civile, i sindacati, mentre il nostro paese si riempiva in questi due decenni dalla zizzania dell'azzardo? Dove eravamo tutti? Una preziosa riflessione su etica e passione civile dell'economista Luigino Bruni

di Luigino Bruni

Le invasioni barbariche dell’azzardo è soprattutto un segnale chiarissimo del degrado morale del nostro Paese. Solo un popolo eticamente degradato può lasciarsi occupare da questo virus che, a differenza della peste che uccideva Fra Cristoforo e Don Rodrigo, colpisce e uccide soprattutto i più deboli, i più fragili, i più poveri. Dove era la politica, dove erano le istituzioni, le chiese, la società civile, i sindacati, mentre il nostro paese si riempiva in questi due decenni di questa zizzania, che ha soverchiato e affogato gli antichi giochi popolari che si chiamavano totocalcio, la lotteria Italia, persino le smorfie del lotto?

Dove eravamo noi? Dove ero io? Sono queste domande che non dovrebbero lasciarci dormire nell’osservare che nonostante il parziale risveglio degli ultimi anni da alcune componenti della società civile l’impero pubblico-privato dell’azzardo continua ad avanzare, è arrivato nel cuore delle nostre città, dei nostri ragazzi, anziani, malati di depressione.

Non ci siamo accorti, ad esempio, che gli sponsor delle squadre di calcio, che nell’era pre-azzardo di stato erano i prodotti del nostro Made in Italy, si sono via via trasformati nei loghi, sempre molto brutti, delle società di scommesse e dell’azzardo (che sono le stesse), che sono diventati i veri padroni dello sport professionistico e non solo. E non solo nel calcio professionistico. Non ci siamo accorti che lo sport stava morendo ucciso dall’azzardo che è il suo opposto e la sua negazione, perché lo sport è la prima immagine della verità di uno dei grandi programmi della tradizione occidentale: virtù batte fortuna.

C’è tutto questo, e molto di più, dietro il patto scellerato di cui si è resa responsabile la FIGC, che imitando il CONI, hanno almeno avuto il merito di rendere visibile e pubblico un processo che da anni stava andando avanti in vari sottoboschi. Ma c’è anche una buona notizia: questa volta, a differenza degli anni passati, ce ne siamo accorti subito, e abbiamo iniziato a protestare, a gridare, a urlare, in difesa del paese, dello sport, dei giovani, dei poveri, venduti ‘per un paio di sandali’ (Profeta Amos). E continueremo a farlo, finché non potranno non ascoltare, e finché non cambieranno. L’età dell’azzardo omertoso è finito.

Il libro di Giobbe inizia con una scommessa: quella tra Satana e Dio. Alla fine nessuno dei due vince: vinse Giobbe, che era l’oggetto della scommessa. Il giusto sventurato, sciagurato, malato e urlante sul mucchio di spazzatura. Saranno i nostri giobbe e i loro veri amici, come vogliamo essere noi, che potranno far crollare gli imperi di sabbia dell’azzardo, che come tutti gli imperi, prima o poi crollerà.

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