Mondo
Nè porti chiusi, nè contrasto all’immigrazione: questa è solo una battaglia contro le ong
L'intervento della presidente del network Link 2007: "Si tratta di una assurda battaglia contro chi salva vite in mare e contro le ong quella che viene portata avanti da tempo e che si sta drammaticamente consumando anche in questi giorni sulla pelle dei naufraghi salvati dalle navi delle organizzazioni della società civile"
Non si tratta di portare avanti una politica dei porti chiusi, è evidente di fronte al fatto che i porti continuano ad essere aperti per tanti migranti che arrivano autonomamente o soccorsi dalla navi della guardia costiera. Non è nemmeno una volontà di diminuire il numero di migranti che arrivano in Italia, se si accetta di “barattare” i 42 ancora a bordo di Alex con 55 inviati da Malta.
E’ solo una assurda battaglia contro chi salva vite in mare e contro le ong quella che viene portata avanti da tempo e che si sta drammaticamente consumando anche in questi giorni sulla pelle dei naufraghi salvati dalle navi delle organizzazioni della società civile. Si tratta di piccoli numeri che non attentano certo alla sovranità dello Stato né alla sicurezza.
Salvare vite umane è diventato un crimine e le organizazioni non governative sono diventate ormai il nemico numero uno perché testimoni non silenti di quello che succede, perché voce di una società civile che non si arrende a vedere calpestati il diritto alla vita, i diritti umani ed il diritto internazionale, perché ostinatamente sempre dalla parte di chi è in necessità, chiunque sia e senza alcun tipo di discriminazione.
Noi ong di LINK2007 troviamo inaccettabile questa azione nei confronti di chi salva vite umane e questa criminalizzazione delle ong. Nel denunciarlo, rinnoviamo con ancora maggiore determinazione il nostro impegno quotidiano per la salvaguardia della vita, la tutela dei diritti umani, il benessere e lo sviluppo delle comunità con cui lavoriamo, sempre a fianco dei più deboli e bisognosi, senza distinzioni, in Italia e nel mondo.
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