Welfare

Creiamo luoghi ad “alta intensità educativa” per far fiorire tutti i ragazzi

Save the Children ha dato una spinta decisiva a portare all'attenzione della politica il tema della povertà educativa, che si affianca a quella economica. Ha costruito un indice della povertà educativa e un programma per contrastarla, imperniato sui "Punti Luce", che ha già coinvolto 5.500 bambini. Ora che il nuovo Fondo contro la povertà educativa minorile alimentato dalle fondazioni bancarie è ai blocchi di partenza, siamo andati a scoprire il loro modello.

di Arianna Saulini

Save the Children è impegnata concretamente per contrastare la povertà educativa dei bambini e degli adolescenti che vivono nei contesti più svantaggiati, per garantire loro le opportunità educative indispensabili per la crescita. Il programma, avviato nel maggio 2014, è rivolto a bambini e ragazzi tra i 6 e i 16 anni ed è fondato su due assi strategici:

  • un intervento di tipo comunitario-territoriale attraverso l’attivazione di centri ad alta densità educativa, i Punti Luce, in contesti privi di servizi e di opportunità;
  • un intervento di tipo individuale-personalizzato, mediante l’attivazione delle doti educative, piani individuali di supporto per la fornitura di beni e/o servizi per singoli bambini e adolescenti in condizioni certificate di disagio socio economico.

I Punti Luce

I Punti Luce sono centri aperti a tutti i bambini e gli adolescenti, che sorgono a seguito di un’attenta mappatura dei territori in contesti caratterizzati dall’assenza di servizi e di opportunità formative. Tra gli obiettivi principali dei centri quelli di:

  • offrire ai bambini e adolescenti opportunità di crescita e sviluppo, di sperimentare e far fiorire i loro talenti attraverso l’accesso gratuito ad attività ludico-ricreative e formative quali: supporto scolastico, promozione della lettura, safer internet, attività motorie, artistiche, laboratori di teatro, arte, fotografia, scrittura, musica, laboratori di educazione ad una corretta alimentazione e sani stili di vita;
  • offrire ai genitori consulenze legali, psicologiche, pediatriche e di supporto alla genitorialità;
  • garantire un luogo sicuro e protetto dove i bambini e gli adolescenti possano trascorrere un tempo sereno e ricco di opportunità con i loro coetanei;
  • garantire personale qualificato dal punto di vista educativo e adeguatamente formato sui criteri e parametri legati alla protezione dei bambini da rischi di abuso o maltrattamento.

Le attività all’interno dei Punti Luce vengono realizzate secondo metodologie definite da Save the Children in collaborazione con associazioni locali qualificate e fortemente radicate sul territorio. I Punti Luce rappresentano, dunque, un presidio sociale riconosciuto sul territorio che catalizza e mette in rete le diverse risorse educative, formali ed informali, per contribuire alla costruzione di una “comunità educante” che accompagni i bambini e gli adolescenti nella loro crescita.

Da maggio 2014, con il lancio della campagna Illuminiamo il Futuro, in collaborazione con 20 partner territoriali sono stati attivati 18 Punti Luce (qui la mappa) che hanno offerto opportunità educative a oltre 5.459 bambini e adolescenti. Solo nel 2015, sono stati coinvolti circa 4.853 minori, dei quali 3.074 si sono iscritti ed hanno frequentato o frequentano regolarmente le attività. Nel corso del 2015 sono stati 320 gli operatori impegnati nelle attività, dei quali 250 volontari provenienti prevalentemente dalla rete delle organizzazioni locali coinvolte nel progetto. Sono stati inoltre coinvolti attivamente 1.674 adulti (insegnanti, genitori, altri educatori), tra i quali, in particolare, 1.262 genitori che hanno partecipato alla realizzazione di eventi, collaborato al sostegno scolastico e promosso iniziative specifiche di sostegno sui temi della genitorialità positiva.

Nell’ottica della creazione di una vera e propria “comunità educante”, sono stati coinvolti a sostegno del programma 195 soggetti locali quali associazioni, cooperative, servizi, parrocchie. Ogni Punto Luce organizza all’avvio delle attività dei focus group con gli attori locali e, in alcuni casi, i coordinatori dei Punti Luce partecipano con regolarità a tavoli di consultazione locali o provinciali. Vengono inoltre svolti incontri periodici con le scuole: sono stati raggiunti 169 plessi scolastici.

Le doti educative

Le doti educative sono piani personalizzati di supporto dedicati alla fornitura di beni e/o servizi per singoli bambini e adolescenti che vivono in condizioni certificate di disagio socio economico. Al 30 agosto 2016, erano state erogate 540 doti educative che sono consistite:

  • nell’acquisto di dizionari, testi e kit scolastici (quaderni, colori, penne e zainetti), pagamento di tasse scolastiche, gite di istruzione e mense scolastiche, abbonamenti dei mezzi pubblici per raggiungere la scuola e tutto ciò che è indispensabile per poter seguire il proprio percorso scolastico nel migliore dei modi;
  • nell’acquisto di strumenti musicali (violino, chitarra, tromba, tastiera), kit sportivi, strumentazioni tecnologiche quali: macchine fotografiche digitali, video camere, pc e tablet, e altra strumentazione diretta a favorire aspirazioni e talenti che rimarrebbero altrimenti inespressi;
  • nell’iscrizione a corsi di musica (pianoforte, chitarra, canto ecc..), teatro, fotografia, corsi sportivi (tra cui nuoto, tennis, pallanuoto, pallavolo, danza classica e moderna, calcio, karate, judo);
  • nella partecipazione a campi estivi e centri estivi, a viaggi in luoghi di cultura e di interesse storico, visite in musei, e in altre attività che possono permettere ai bambini/e e ai ragazzi di conoscere nuove realtà e di allargare così i propri orizzonti.

La dote educativa è definita alla luce dei desideri e delle necessità educative di ogni singolo bambino/a e ragazzo/a, indicando per ciascuno le opportunità che meglio incontrano le sue esigenze e aspettative, per stimolare la propria curiosità e valorizzare le sue potenzialità. Gli obiettivi della dote sono definiti in un “patto educativo” che viene sottoscritto dalla famiglia e dallo stesso bambino che ne beneficia.

L’individuazione dei beneficiari è realizzata – tra i minori che afferiscono al progetto e che si trovino in condizioni certificate di disagio socio economico – in stretta sinergia con la rete territoriale con cui dall’avvio del Punto Luce vengono stabilite le modalità di collaborazione. Sono coinvolti nello specifico i servizi sociali, le istituzioni scolastiche, i servizi socio sanitari, le parrocchie e le altre associazioni attive sul territorio con i cui soggetti viene realizzata una presa in carico integrata.

Il programma dei Punti Luce e delle doti educative è sottoposto ad un sistema di monitoraggio e valutazione condotto da valutatori esterni, al fine di verificarne l’efficacia e di mettere a disposizione di tutti gli attori, istituzionali e non, su scala nazionale, le metodologie e le prassi di contrasto alla povertà educativa sperimentate con successo.

Di seguito un affondo su tre casi specifici.

Il Punto Luce di Bari
Il Punto Luce di Bari si trova nella VIII Circoscrizione, più precisamente nel quartiere Libertà, che ha avuto un popolamento massivo di fasce sociali deboli, grazie anche ad un’edilizia a basso costo, costrette a convivere con una significativa scarsità di servizi. È una zona ad alto tasso di disoccupazione: il 30% della popolazione al di sopra dei 15 anni è disoccupata e per le donne la situazione è ancora più importante, considerando che la disoccupazione sfiora il 68%.
Il Punto Luce di Bari, inaugurato nel maggio 2014, ha oltre 200 iscritti regolari: bambini, bambine e adolescenti che negli spazi hanno finora potuto usufruire di attività di sostegno allo studio, laboratori di hip hop, danza moderna, zumba, fotografia, pittura, scrittura creativa, art attack, laboratorio di rap, corso inglese per bambini, teatro, narrativa, giocoleria, musicoterapia. Il Punto Luce rappresenta un presidio sociale che mette insieme e catalizza le diverse realtà sociali ed educative grazie ad una rete territoriale basata su incontri a cadenza mensile che permettono di raggiungere confronti, collaborazioni e sinergie continue affinché gli interventi a favore dei bambini e dei ragazzi del territorio siano sempre integrati e non si duplichino. A livello cittadino il Punto Luce ha affermato la propria centralità come perno di movimento di diverse realtà sociali e culturali grazie al coinvolgimento di diversi attori che hanno contribuito alla realizzazione di laboratori e attività per i ragazzi.

Il Punto luce di Torre Maura a Roma
Il quartiere di Torre Maura si trova all’interno del VI Municipio (ex VIII), il più popoloso e giovane tra i Municipi di Roma. In base ai dati dell’annuario statistico di Roma Capitale, il quartiere si colloca ai primi posti per tasso di disagio giovanile: a situazioni di certificata povertà economica si affiancano valori alti di dispersione scolastica (tasso di ritiro pari al 5,64%, di trasferimento al 4,88%, di ripetenza al 6,43%, di bocciatura al 13,75%) e di criminalità minorile.
Il Punto Luce (sono state scattate qui le foto di questo articolo) è una struttura di 1.500 mq formata da due plessi (di cui uno spazio di cine-teatro) e un ampio spazio esterno, inaugurata, grazie alla collaborazione con il Comune di Roma il 23 aprile 2015. Dalla sua apertura oltre 500 sono i minori che hanno potuto svolgere attività laboratoriali tra cui, espressività artistica, gioco voce, parla radio, storie e storie, laboratori di teatro e musica e tanti altri. L’ampio spazio esterno permette poi di promuovere azioni collegate a sani stili di vita e attività motorie condotte da educatori esperti che utilizzano lo sport come momento di scambio, di crescita, di regole importanti per giocare la loro partita della vita.
Il Punto Luce è un luogo di riferimento anche per le scuole che svolgono alcune attività all’interno dello stesso (ad esempio botanica e giardinaggio, recite, teatro ecc..) e per molte associazioni e realtà del privato sociale presenti sul territorio.

I Punto luce di Milano
A Milano siamo presenti con due centri: il Punto Luce di Quarto Oggiaro, un quartiere nato negli anni '60 con il boom economico, che da sempre ospita immigrazione, e che presenta un’importante carenza di spazi di aggregazione informali. Il centro è stato attivato nel novembre 2015 all’interno dello Spazio Agorà, un presidio sociale di grande rilevanza nella realtà milanese . Gestito dalle Acli milanesi, in collaborazione con una fitta rete di associazioni locali e con il Comune di Milano. Il Punto Luce collabora con i soggetti presenti sul territorio a sostegno dell’infanzia e dell’adolescenza dai servizi sociali territoriali, alle realtà del privato sociale, alle scuole e associazioni sportive. Il Punto Luce di Quarto Oggiaro ha raggiunto 130 iscritti: bambini, bambine e adolescenti che hanno finora potuto usufruire di attività di sostegno allo studio, laboratori di cucina, rap, breakdance, giardinaggio e sport.

Il Punto Luce di Milano Giambellino si trova nel quartiere Giambellino Lorenteggio che presenta una diffusa condizione di vulnerabilità sociale e abitativa. Il Punto Luce è stato avviato nel novembre 2014 ed è gestito in collaborazione con la Cooperativa sociale Comunità del Giambellino, realtà che opera da oltre trent’anni con i bambini e i ragazzi del quartiere. Negli ultimi anni sono state avviate, in collaborazione con le associazioni e i servizi del pubblico e del privato sociale, diverse attività di supporto alle neo mamme e di sostegno alle famiglie di origine straniera grazie alla collaborazione con le scuole del quartiere. Il Punto Luce di Milano Giambellino ha raggiunto 155 iscritti: bambini, bambine e adolescenti che negli spazi hanno finora potuto usufruire di attività di sostegno allo studio, laboratorio di musica hip hop, cucina, danza e altre attività sportive quali il judo e il calcio.

Arianna Saulini è advocacy manager di Save the Children Italia. Foto di Francesco Alesi per Save the Children

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