Mondo

Afghanistan: allarme ong, gli aiuti non arrivano

Nove milioni di persone presto a rischio fame senza contributi da parte dei Paesi donatori

di Gabriella Meroni

Lo spettro della fame torna in Afghanistan: in assenza di fondi da parte dei paesi donatori – ha affermato oggi a Ginevra il Programma alimentare mondiale (Pam) – nove milioni di afghani saranno presto minacciati. Anche altre organizzazioni umanitarie hanno lanciato un appello urgente per nuovi fondi. ”L’Afghanistan e’ andato via dagli schermi televisivi, ma i bisogni restano”, ha deplorato la portavoce del Pam Christiane Berthiaume. Il Programma dell’Onu ha bisogno di 75mila tonnellate di viveri per un ammontare di 28 milioni di dollari. ”Senza nuovi contributi, il Pam non avra’ piu’ niente da distribuire in giugno, il mese piu’ cruciale dell’anno in termini di insicurezza alimentare. Da adesso e fino al raccolto di luglio si apre un periodo critico per i nove milioni di afghani che hanno esurito le loro riserve”, ha detto Berthiaume lanciando un appello ai paesi donatori. La mancanza di fondi ha gia’ costretto l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) a ridurre i programmi di aiuto agli sfollati. L’Oim ha ricevuto 34 dei 75 milioni di dollari richiesti per il 2002 mentre le spese sono state superiori al previsto. Grido d’allarme, infine, anche dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr). I rimpatri proseguono ad un rapido ritmo, ma – ha detto un portavoce – e’ ”preoccupante osservare che chi torna non trova praticamente niente a casa e deve accontentarsi dell’aiuto dell’Unhcr, che basta per appena di tre mesi”. Dallo scorso primo marzo, quasi mezzo milione di afghani e’ tornato in patria e circa 150mila sfollati interni hanno fatto ritorno ai propri villaggi o citta’, ha precisato l’Unhcr.


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