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M.O. Natività, solo Bush può sbloccare la crisi dice p: Jagger

In crisi anche la Commissione òista dopo l'uscita della delegazione palestinese

di Redazione

La parte palestinese della commissione mista incaricata di trovare una soluzione alla stallo della Basilica della nativita’ a Betlemme e’ stata sciolta. Lo ha detto il deputato palestinese Salah al-Tamaari che era il capo dei negoziatori. Tamaari ha detto di sapere che a Gerusalemme sono in corso negoziati, ma non ha indicato chi rappresenti la parte palestinese. ”In ogni caso – ha aggiunto – abbiamo ancora timore di un disastro”. Domenica scorsa Tamaari aveva congelato i negoziati perche’ gli israeliani non avevano accettato la richiesta di consegnare cibo ai circa 160 palestinesi asserragliati dal 2 aprile nel complesso della Nativita’. ”Una telefonata di Bush servirebbe sicuramente a sbloccare lo stallo che si e’ venuto a creare attorno alla Basilica della Nativita”’. Ad essere convinto che un intervento del presidente americano potrebbe sbloccare la situazione di Betlemme e’ padre David Jaeger, portavoce della Custodia francescana di Terra Santa, che non perde la speranza sul fatto che israeliani e palestinesi possano recedere dalle loro posizioni. ”E’ un augurio che tutti quanti ci facciamo da tanto tempo, ormai da troppo tempo visto che sono gia’ passate cinque settimane. ”Recedere sarebbe un grande dono al Papa-dice padre Jaeger-. Soprattutto ora che a Gerusalemme e’ arrivato l’inviato del Pontefice. L’attenzione e’ tutta puntata sui negoziati, ma l’unica scadenza concreta e’ data dalla partenza di Sharon per Washington”. ”Sarebbe davvero imbarazzante per Bush-registra il padre- se la situazione a Betlemme non si sbloccasse, visto che il presidente americano con una semplice telefonata e’ riuscito a risolvere la situazione a Ramallah”. Secondo padre Jaeger ”questo dramma che ripetutamente sfiora la tragedia sta diventando una farsa orrenda”. E la situazione, per il portavoce francescano si aggraverebbe ”ancor di pu’ se il cardinale Etchegaray dopo aver chiesto di entrare nella Basilica per pregare con i frati ricevesse un no come risposta. Significherebbe -aggiunge- che non c’e’ volonta’ di cedere dalle posizioni rigide”. A questo punto quali gli spiragli? ”Farsi forti del fatto che i palestinesi, occupando il convento, hanno commesso una violazione dei luoghi sacri sarebbe sbagliato. Bisogna prima di tutto risolvere la situazione perche’ la violazione degli uni -osserva ancora padre Jager riferendosi ai palestinesi nella Basilica- non giustifica il comportamento degli altri”.


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