Formazione

Diario di una missione molto speciale. Betlemme in carrozzina

Melita Scutari, disabile siciliana, è una ragazza testarda. Che è riuscita a entrare nella città assediata.

di Emanuela Citterio

Un?atmosfera spettrale, di desolazione totale. Non appena arrivi a Betlemme ti rendi subito conto di essere in un luogo dove la guerra esiste veramente». La voce di Melita Scutari, al telefono, è ancora commossa. Siciliana, 23 anni, è stata la prima italiana, e una dei primi civili in assoluto, che ha avuto il permesso, il 18 aprile scorso, di entrare nella città assediata dall?esercito israeliano insieme a una delegazione dell?Unitalsi. Melita è costretta su una sedia a rotelle. E ha voluto con tutte le sue forze questo pellegrinaggio «per dare un segno di solidarietà a chi soffre in questo momento e per ribadire che ogni vita umana ha il diritto di essere rispettata». Della delegazione entrata con lei a Betlemme ha fatto parte anche il presidente di Unitalsi, Antonio Diella, che oggi racconta: «Dopo molte trattative sono stati gli interventi del nunzio apostolico e del ministero del Turismo israeliano a sbloccare la situazione». Le sei persone che hanno fatto parte della delegazione sono riuscite a raggiungere l?ospedale della Santa Famiglia, gestito da suor Sophie (quello sulla cui sommità svetta la Madonna bombardata) e il Caritas Baby Hospital, «due luoghi che sembrano delle oasi nel deserto», sottolinea Melita, «cui fa riferimento tutta la popolazione del quartiere». A colpire i visitatori è stato soprattutto il coraggio delle suore, che gestiscono strutture in cui si stanno esaurendo le scorte di viveri e medicine. «Eppure mettono in comune tutto quello che hanno» racconta Diella, «escono sfidando il coprifuoco per raccogliere i bambini che hanno perso i genitori e che vagano per le strade. I militari israeliani hanno un grande rispetto per suor Sophie, alcuni la aiutano portando cibo e farmaci. E questa donna minuta dalla forza straordinaria si mette in piedi davanti alla porta della casa dove accoglie i bambini palestinesi come a dire che lì vige un?altra legge, quella dell?amore e della pace».


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