Formazione
Tre milioni di famiglie in mano agli usurai
I dati del rapporto dell'istituto Eurispes sono drammatici: nel 2015 l'usura ha prodotto in Italia un giro d'affari da 82 miliardi di euro e il 12% della famiglie italiane si è rivolta ad usurai. «Questi numeri non sorprendono, anzi, nella realtà sono più alti», sostiene il monsignore Alberto D’Urso, presidente della Consulta nazionale anti usura. «Quasi il 50% delle vittime è un giocatore d'azzardo, mentre aumenta il tasso dei suicidi»
di Anna Spena

In Italia vivono 24,6 milioni di famiglie. Negli ultimi due anni il 12% – ben 3 milioni – ha chiesto dei soldi in prestito agli usurai; complessivamente 30 miliardi. Ma ne hanno restituiti 66. L’usura sta mangiando questo Paese. Il dato è drammatico e a renderlo noto è l’Eurispes, istituto di studi politici, economici e sociali. Il “business dell’usura” in Italia ammonta ad 82 miliardi di euro: 37,25 miliardi il capitale prestato; 44,7 quello restituito con un tasso d’interessi del 120% l’anno.

«Ma a noi risultano dati anche peggiori», sostiene il Monsignore Alberto D’Urso, presidente della Consulta nazionale antiusura Giovanni Paolo II onlus. «Il numero di persone, famiglie e aziende vittime di usura è molto più alto. La totalità dei casi non riesce ad essere registrata per due motivi: il primo è che gli usurai hanno così tanti soldi da potersi permettere gli avvocati migliori; il secondo è che la paura perseguita le persone che non denunciano chi li ricatta e li minaccia».
Nel report Eurispes vengono sottolineati altri due dati preoccupanti: il primo si riferisce alla aziende agricole italiane, una su dieci si è rivolta ad usurai; il secondo, invece, riguarda il tipo di usura stessa. Non si ci si fa prestare più del denaro solo dalla criminalità organizzata; ma sta poco alla volta ritornando la tendenza di chiederlo anche a persone comuni. «dal 2008 in poi», continua D’Urso, «è ritornato di moda il “prestito della porta accanto” che sembrava fosse scomparso».
Tra le prime dieci città più a rischio c’è Parma, seguita da Crotone, Siracusa, Foggia, Trapani, Vibo Valentia, Palermo, Avellino, Catania e Caltanissetta.
«L’usura si insinua dove c’è la povertà. Il dato di Parma non mi sorprende, ed io, personalmente, lo associo alla crisi Parmalat che ha tolto lavoro a tantissime persone».
«Ma la distribuzione territoriale del fenomeno raccontata da Eurispes», continua D'Urso, «manca di un solido fondamento scientifico e temo che questo possa determinare delle distorsioni in sede di scelte istituzionali connesse all'assegnazione dei fondi alle regioni in favore delle vittime dell'usura».
«Con il silenzio e informazioni distorte sulla questione continuiamo a fare un danno: per portare un aiuto concreto bisogna supportare le persone. Anche per questo motivo da anni continuo a battermi per dichiarare incostituzionale l’articolo 14 della legge 108 del 1996 connesso all’assegnazione di fondi alle regioni per le vittime d’usura. Ancora oggi ad avere accesso a quei fondi pubblici possono essere solo i titolari di attività commerciali e non le singole famiglie e persone».
Osservazione importante quella del monsignor D’Urso visto che è sempre lui ad avanzare l’altra ipotesi drammatica: «Quasi il 50% delle vittime di usura è anche un giocatore d’azzardo. E il tasso di suicidi sta aumentando nel nostro Paese. La gente è disperata».
Usura, azzardo che quindi sono strettamente legati e trasformano i luoghi e le strade abitate da tutti: «Fateci caso. Tra un posto dove si gioca d’azzardo c’è sempre un compra oro; e tra loro due c’è sempre un usuraio. Anche se devo ammettere che negli ultimi tempi i compra oro sono diminuiti: la gente si è venduta tutto quello che aveva».
Nell’intervista rilasciata a Vita magazine il Premier Matteo Renzi ha dichiarato: «Toglieremo le slot dagli esercizi commerciali». Anche in questo caso la risposta del Monsignor D’Urso non si è fatta attendere: «Mi auguro che ciò che ha promesso Renzi sia solo l’inizio di un impegno significativo. Quello dell’azzardo – che poi quasi sempre porta all’usura – è un fenomeno che deve essere prima di tutto vigilato e prevenuto. Non vorrei che una volta diminuite le macchinette si andasse ad aumentare un’altra forma di azzardo; un sostituto. Una forma ancora più sofisticata e difficile da combattere. Per questo chiedo a Renzi di ascoltare le associazioni, l’azzardo come l’usura stanno possono rovinare un Paese intero».
Vuoi accedere all'archivio di VITA?
Con un abbonamento annuale potrai sfogliare più di 50 numeri del nostro magazine, da gennaio 2020 ad oggi: ogni numero una storia sempre attuale. Oltre a tutti i contenuti extra come le newsletter tematiche, i podcast, le infografiche e gli approfondimenti.