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Nervi tesi a Calais: alle 9 una catena umana contro i migranti

Prove generali di autunno caldo. A Calais, oggi alle alle 9, una catena umana di 500 commercianti e portuali si formerà nei pressi dello stadio. Alle 10, sarà la volta di agricoli e autotrasportatori che con 80 camion e 100 trattori bloccheranno l'autostrada

di Marco Dotti

Hanno annunciato proteste sull'autostrada, contro il campo per migranti di Calais, e una catena umana nei pressi dello"stade de l'Épopée".
Le principali associazioni locali di commerciati, agricoltori e autotrasportatori hanno deciso di alzare il livello della protesta contro la cosiddetta "giungla" che, a loro dire, ospiterebbe oggi più di 9mila migranti.
L'A16 e la città di Calais resteranno con tutta probabilità isolate nelle prossime ore, bloccate – così ci confermano gli organizzatori – da 80 camion e 100 trattori.

Nonostante il Ministro degli Interni Bernard Cazeneuve abbia assicurato che «il campo verrà presto smantellato», i manifestanti ritengono non basti. Anzi, senza una adeguata e immediata «azione di sicurezza» la situazione per le comunità locali potrebbe anche peggiorare. Così la pensa David Sagnard, segretario della Fédération nationale des transports routiers (FNTR) di Pas-de-Calais.
A innescare la protesta, alcune aggressioni avvenute nelle scorse settimane. «Più mandano polizia, più mandano migranti, oramai è un'equazione perfetta», racconta M., un autotrasportatore.

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Solo due giorni fa, l'incontro tra Cazeneuve e i funzionari del Ministero degli Interni con le autorità locali. Ho avuto garanzie che entro la fine dell'anno il campo sarà smantellato», dichiara il sindaco di Calais Natacha Bouchart, tentando così di raffreddare gli animi, soprattutto dei commercianti, che imputano alla presenza della "jungle" la crisi del commercio e delle economie locali. La sensazione è che non basterà: Calais sta già diventando un "claim" della prossima campagna per le presidenziali. E sui territori il patto di accoglienza potrebbe già essere saltato.

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