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Bergamo, in 20mila per l’amatriciana solidale

Se ne aspettavano 5mila, poi si è capito che ne sarebbero arrivate almeno 10mila. Sono state il doppio, per un incasso di 160mila euro, le persone che hanno risposto all'appello del Comune. Un clima di solidarietà, condivisione e rispetto che deve farci riflettere

di Marco Dotti

Più delle attese, ma non c'era dubbi: Bergamo, terra di volontari e di sano pragmatismo ha risposto in massa alla chiamata alla solidarietà. Sono stati 20mila, per un incasso di 160mila euro, i partecipanti all'amatriciana solidale che si è tenuta ieri sul Sentierone.



La chiameremmo "festa", se non ci fosse di mezzo una tragedia. Ma della festa – e non di quella che il grande teologo tomista Joseph Pieper chiamava "pseudo-festa": leggi alla voce marketing dell'azzardo parassitariamente calato sulle tragedie – ha mantenuto il tratto distintivo: la gioia nel contegno, la gioia nel dare. E il contegno in quel dare. Un sentimento di rispetto e vicinanza. Gioia di dare che ha spinto famiglie a uscire per strana e a condividere con altri il pasto. Un'amatriciana, appunto.

Si sono vistie anche le autorità e figure di spicco dell'impresa bergamasca, ma con discrezione. Niente divismo, solo una bellissima prova di un'Italia che, nelle piccole cose, quelle che contano, c'è e sa anch'essa di contare. E a contare non è solo la somma raccolta (anche se questi numeri, non sono soltanto "numeri", ma risorsa). A contare è la riprova che nei luoghi è possibile starci e vivere forme di relazione non rancorosa. L'altro non come nemico, insomma. D'altronde, alla domanda «che cos'è la città» Shakespeare dava una risposta: «persone, la città è fatta di persone». Libere, solidali. Quelle viste qui.

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