Mondo

Diario di un viaggiatore un’altra bali è possibile

Viaggiare nell'isola delle grandi suggestioni, Lontano dalle spiagge turisticizzate. alla scopertadella semplicità dei balinesi e la dignità del loro lavoro quotidiano

di Redazione

Viaggiare nell’isola delle grandi suggestioni, Lontano dalle spiagge turisticizzate. alla scoperta della semplicità dei balinesi e la dignità del loro lavoro quotidiano Michela Luison, 28 anni, è un avvocato di Latina, con la passione per il giornalismo e per i viaggi. L’Indonesia era una delle mete che mancava al suo carnet di viaggiatore curioso della vita e dei popoli. Ha cominciato da Bali, Lombok e dalle altre suggestive isole dell’arcipelago indonesiano, andando a conoscere gli uomini e le donne che si sono costituiti in cooperative per dare maggiore dignità all’artigianato locale.Ecco il suo racconto. Nei viaggi precedenti avevo sentito molti racconti sull’Indonesia, di incontri con popolazioni affascinanti e con una terra che, per molti versi, conserva ancora tradizioni antichissime. Ero pronta a evitare ogni luogo turistico e a farmi guidare dalla mia voglia di incontrare e conoscere persone del luogo. E così è stato. Dopo solo un giorno nella caotica e turistica Kuta avevo preferito dirigermi verso l’entroterra alla ricerca della Bali esotica. A bordo di un autobus locale sono arrivata ad Ubud, cuore della cultura balinese, il luogo ideale per conoscere l’arte, l’artigianato, la musica e la danza tradizionale e da qui sempre in autobus ho proseguito verso nord attraversando villaggi e risaie, facendo sosta al tempio di Besakin, alle terrazze di Bukit Jambul, sul monte Batur, e al villaggio di Lovina. L’autobus per ubud A ogni sosta il confronto con Lombok, con questa isola vicina ma culturalmente così lontana era tanto pressante che la curiosità mi convinse a lasciare Bali. Appena salita sul traghetto della Perama, che dal porto di Padangabai salpa per l’isola di Lombok, la gente, gli abiti delle donne e la loro riservatezza mi diedero subito il senso del cambiamento. Stavo lasciando un isola induista, un’eccezione nel Paese al mondo con il maggior numero di fedeli mussulmani, per approdare a Lombok. Dopo una traversata di 5 ore sono approdata a Lembar. A bordo di un autobus mi sono diretta a Senggigi, un piccolo villaggio sul mare che per la sua collocazione geografica e per la presenza di strutture alberghiera rappresenta per il viaggiatore il punto di partenza ideale per le diverse escursioni dell’isola. In compagnia di Calum e Ruslan, due giovani del luogo che sognano di realizzare una loro agenzia di viaggi, sono partita alla scoperta dell’entroterra dell’isola attraversando e visitando villaggi tradizionali dediti all’artigianato locale. Prima tappa: il villaggio “laboratorio”di Panji Sari. Qui, a soli 2 chilometri da Sukarara, le donne della comunità sono riunite in cooperativa e con i loro antichi telai manuali, sistemati nelle loro case, producono secondo metodi di tessitura tradizionali coperte, centritavola, abiti tradizionali: sarong e cinture sasak, di ikat e songket, i due tessuti tradizionali dell’isola, la cui tecnica di lavorazione è diffusa in tutta l’Indonesia. Della vendita si occupa Liasih, un altro socio della cooperativa, che gestisce un piccolo negozio nel centro del villaggio. Proseguendo verso Sud ho visitato il villaggio di Penujak, dove da più di quattrocento anni le donne del luogo si dedicano ad una delle più antiche tecniche di lavorazione a mano della ceramica. La cera e i colori Dal 1988 un progetto di cooperazione allo sviluppo tra il governo neozelandese e quello indonesiano ha favorito la creazione di una rete di piccole cooperative tra le artigiane locali che assicura loro un lavoro e migliori condizioni di vita. Oggi grazie a questo progetto le ceramiche di Lombok sono conosciute in tutto il mondo per la loro bellezza e la loro raffinata qualità. A Rembitan i miei compagni di viaggio mi hanno presentato Mambo, un artista Sasak specializzato nel “batik painting” un processo di tintura della stoffa molto laborioso utilizzando solo due elementi: cera e colore. Dopo una sosta sulla desolata e splendida spiaggia di Kuta, in cui fortunatamente le uniche strutture di accoglienza turistica sono le povere capanne dei pescatori, nel villaggio di Beleka ho avuto la fortuna di osservare le abili mani dei Sasak che da secoli hanno imparato ad intrecciare con estrema abilità foglie di palma, rattan, bambù, e erba essiccata. Il risultato sono oggetti semplice ma di splendida fattura: ceste in rattan intrecciate a spirale, scatole decorative di foglia di palma.Unico per il suo genere l’artigianato del villaggio di Rungkang in cui i lavori in ceramica sono rifiniti con intrecci in vimini. Il viaggio si è concluso poi nelle isole Gilii a nord di Senggigi. Trawangan, Meno e Air: tre isole incontaminate e che danno l’idea di come dovessero apparire ai primi turisti, più di 50 anni fa, le spiagge di Bali. Del viaggio, oltre alla bellezza dei luoghi e al fascino della gente, rimangono le parole dei miei amici Calum e Ruslan che di fronte ad ogni scena di povertà o normale vita agreste sentivano il bisogno di giustificare le differenze con la loro idea dello stile di vita occidentale. Sintomo questo di un turismo irresponsabile che troppo spesso lascia segni indelebili anche sulle popolazioni locali. da leggere: 1)GIOVANNI AZZARONI Società e teatro a Bali, ed. Clueb 2)ETTORE FASOLINI L’orso permaloso e altre favole di Bali Edizioni EMI GUIDE LONELY PLANET “Bali e Lombok”, edizioni Edt il fai da te funziona Attualmente non esistono pacchetti di turismo responsabile nell’area dell’Indonesia. Ma anche con il “fai da te” Bali e Lombok si possono raggiungere e visitare. Per il trasporto: dalle auto a noleggio, agli autobus economici e ai bemo (un minibus che collega tra loro i villaggi senza orario che partono quando pieni). Per dormire ci sono piccoli bungalows annessi alla casa dei locali, sono le guest house, che consentono di conoscere da vicino la vita quotidiana degli indonesiani. Facile anche incontrare qualcuno che vi guidi nei luoghi meno conosciuti ma più veri (un suggerimento: ruslanr_99@yahoo.com).


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA