Mondo
Luigino Bruni: Come essere dentro un film
L’economista questa notte era in casa dei suoi genitori a Rocca Fluvione, a pochi chilometri dall’epicentro del terremoto. Racconta: «È drammatica la questione delle vite umane. Ma anche le pietre cadute qui sono pezzi di vita»
«Tutto tremendo qui vicino ad Arquata. Neanche 1000 chiese valgono un bambino, ma si piange anche per la morte dei villaggi dei nostri nonni». È il tweet lanciato da Luigino Bruni, il popolare economista che questa notte si trovava a casa dei suoi genitori a Rocca Fluvione, nella valle del Tronto, a pochi chilometri dall’epicentro del terremoto.
Luigino Bruni è originario ascolano, e al telefono racconta con un dolore che lo tocca molto nel profondo.
«È stata una scossa terribile», dice. «Di una forza che non si riesce ad immaginare se non la vivi. Mi sembrava di essere dentro un film. Invece era tutto vero. Oltre la paura in quel momento ti accorgi di come una scossa così risvegli sentimenti ancestrali, come ha detto il mio amico Michele Zanzucchi. Ci rimette di fronte alla nostra responsabilità di umani sempre precari».
Bruni ha scritto che ben più delle case contano le vita umane, ma ora ammette che vedere i paesi ridotti a cumuli di pietre è una sensazione che alla fine tocca nel profondo anche la vita. «Davanti a scene come queste capisci come le pietre siano vive. Portino una storia che innerva il presente e senza la quale siamo tutti un po’ meno vivi», racconta Bruni. «La dimensione della morte non ce l’hai solo vedendo le vittime di questo terremoto, ma anche davanti a queste vecchie case che non si sono più. È come una storia che finisce. Questa mattina ho visto i sindaci di questi paesini in lacrime. E ho capito che un terremoto così è un’esperienza di morte anche per chi l’ha scampata ed è rimasto in vita».
«Queste pietre per me e per tutti sono come delle storie d’amore. Custodivano un’idea di vita, una dimensione civile dentro la quale sono cresciuto. Pensare che per molti questo sia un tesoro perduto è cosa che riempie davvero di immenso dolore».
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