Mondo
Le donne nigeriane che sono vittime due volte
L'80% delle donne nigeriane che arriva in Italia potrebbe diventare una vittima di tratta. A denunciarlo è l'Onu. Ma i timori sono condivisi anche dall'Oim, organizzazione internazionale per le migrazioni, che vede negli attuali centri di accoglienza un'altra possibilità di pericolo. Sono 3600 le donne nigeriane arrivate in Italia su un gommone nei primi mesi del 2016. «Le donne vengono costrette a prostituirsi già durante il viaggio. Poi arrivate nei centri di accoglienza vengono "prese" dai trafficanti», dice Simona Mascarelli dell'Oim
di Anna Spena
L’80% delle donne nigeriane arrivate in Europa dall’inizio del 2016 diventeranno delle vittime di tratta. A denunciarlo è l’Onu. Il traffico di donne nigeriane dalla Libia verso l'Italia in barca sta raggiungendo livelli di veramente preoccupanti.
I trafficanti utilizzando centri di accoglienza dei migranti come recinti per le donne che poi vengono prese e costrette a prostituirsi in tutta Europa. Anche l’Oim, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, lancia l’allarme. Infatti sarebbero circa 3.600 le donne nigeriane arrivate in Italia su un gommone nei primi sei mesi del 2016: stando ai dati dell’organizzazione il doppio rispetti ai numeri registrati nel 2015 negli stessi mesi.
«Quello che abbiamo visto quest'anno è una crisi, ed è assolutamente senza precedenti. È il più significativo aumento del numero di donne nigeriane che arrivano in Italia per 10 anni», ha dichiarato Simona Moscarelli dell’Oim in un'intervista al The Guardian. «I nostri indicatori», ha continuato, «ci fanno affermare che la maggior parte di queste donne vengono deliberatamente portate a diventare delle prostitute. Sono soprattutto ragazze giovani e nigeriane».
L’attuale politica che vede collocare negli stessi centri di accoglienza le donne nigeriane e gli altri migranti, sta giocando a favore dei trafficanti. «C'è poca comprensione delle dinamiche e la natura di questa forma di traffico», ha continuato Moscarelli. «I centri di accoglienza non sono posti sicuri per le donne vittime di tratta. Queste donne troppo spesso vengono abusate e sfruttate già durante il loro viaggio verso l’Italia. Qualcuna è costretta a prostituirsi già in Libia».
Quelle che arrivano vive dopo il viaggio sono sempre più giovani. Nella maggior parte dei casi sono minori non accompagnate. Salvatore Vella, procuratore aggiunto ad Agrigento, che ha guidato la prima significativa indagine di anelli di tratta nigeriane in Italia nel 2014, ha spiegato come i centri di accoglienza sono sempre più utilizzati come punti di pick-up da parte di coloro che intendono sfruttare le donne nigeriane.
«I mafiosi appena le donne arrivano arrivato al campo scelgono le donne che vogliono quasi come se si trovassero in un negozio di alimentari. I centri di accoglienza diventano quasi dei magazzini dove le ragazze sono per un lasso di tempo stoccate. Dopo che le donne hanno ottenuto il permesso di soggiorno e lo status di rifugiate a loro basta andare a prenderle».
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.