Cultura

Diaconato femminile, primo passo

Lo aveva promesso a maggio. Ieri papa Francesco ha mantenuto la parola e ha istituito la commissione che deve studiare l’introduzione di questa figura. Una strada per dare più peso alle donne nella vita della Chiesa

di Giuseppe Frangi

A maggio scorso incontrando le superiori degli ordini femminili, papa Francesco aveva promesso che avrebbe istituito una commissione per studiare l’ipotesi del diaconato femminile.

La domanda sulla possibilità di immaginare nel futuro una figura come questa era stata avanzata dalle stesse superiori, che si trovano ad affrontare crisi di vocazione che mettono a repentaglio il futuro dei loro ordini. Ieri papa Francesco, mantenendo la promessa, ha ufficializzato l’istituzione della commissione «incaricata di studiare la questione del Diaconato delle donne, soprattutto riguardo ai primi tempi della Chiesa». Come presidente, Francesco ha nominato l’arcivescovo Luis Francisco Ladaria Ferrer, segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede. I membri della Commissione sono 12, sei donne e sei uomini. Il diaconato permanente è una posizione che venne introdotta da quel grande pontefice capace di guardare oltre il suo tempo che è stato Paolo VI. Il 18 giugno 1967 con una Bolla reintrodusse una figura ben presente nei tempi apostolici, cioè della persona che intende mettersi a servizio della chiesa senza però prendere gli ordini, cioè senza diventare sacerdote.

Diakonos” in greco significa infatti servitore. Questa figura era sparita perché il diaconato era diventato semplicemente il primo grado del percorso verso il sacerdozio: un passaggio che chiunque è prete deve fare. Paolo VI invece reintrodusse la possibilità che una persona restasse diacono a vita, dando la possibilità anche alle persone sposate di diventarlo. Uniche condizioni l’età: 35 anni. Chi invece chiede di essere diacono senza essere ancora sposato, deve restare celibe. Ovviamente Paolo VI aveva fatto tutto questo intuendo che nei decenni successivi la chiesa sarebbe stata alle prese con la drammatica crisi delle vocazioni sacerdotali.

Questa apertura di Francesco aveva scatenato a maggio polemiche un po’ pretestuose. In realtà il Papa ha sempre detto che la porta al sacerdozio femminile è chiusa. Semplicemente riconosce che il ruolo delle donne della chiesa è sempre più decisivo a livello di servizio e di testimonianza. E inoltre sa bene quale sia la condizione di crisi degli ordini femminili: quindi trovare altre forme di presenza delle donne nella vita della chiesa è certamente una delle grandi sfide che il cattolicesimo dovrà affrontare.

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