Volontariato
Il “partito del volontariato” si prepara alle elezioni europee
Si chiama "Vote volunteer vision" ed è la campagna del Centro Europeo del Volontariato che invita i candidati all’Europarlamento a prendere posizioni sui temi e le sfide del volontariato europeo. Il Cev inoltre punta all’istituzione di un intergruppo parlamentare sul volontariato
La campagna per le prossime elezioni europee sta per iniziare e il volontariato si “candida” come soggetto da riconoscere per il ruolo che riveste. In Europa il 19% della popolazione fa volontariato (Eurostat). Attivi in tutti i campi della vita sociale, i volontari svolgono servizi per decine di milioni di utenti e sono uno dei motori del continente; ma è necessario che i loro sforzi vengano facilitati anche a livello continentale. Per questo il Centro europeo del volontariato (Cev), di cui fa parte anche CSVnet, ha lanciato la campagna “Vote volunteer vision” (Vota la visione del volontariato), allo scopo di sensibilizzare e informare i futuri rappresentanti politici sulle esigenze e le sfide del volontariato contemporaneo, e chiedendo loro di sottoscrivere un impegno pubblico in tal senso.
Sul sito della campagna è già possibile scoprire i primi europarlamentari e i candidati che hanno firmato.
Queste elezioni avvengono in clima di crescente sfiducia nel progetto europeo, nella sua organizzazione e nei suoi valori. Ma Gabriella Civico, direttrice di Cev, sottolinea come, nonostante il periodo così difficile, sia importante «dare continuità al lavoro fatto prima, durante e dopo le elezioni per costruire un’Europa che sia un ambiente propizio per il volontariato e che ne faciliti il ruolo di promotore e difensore dei diritti fondamentali». Già da diversi mesi il Parlamento ha avviato un’importante iniziativa dal titolo “Stavolta voto” per promuovere la partecipazione elettorale e combattere l’astensionismo che negli ultimi anni ha toccato livelli altissimi: si pensi che all’ultima consultazione europea del 2014 solo il 46,61% degli aventi diretto si è recato alle urne.
L’iniziativa del Cev, di natura apartitica e trasversale, ha l’obiettivo di portare il volontariato come tema rilevante nel dibattito elettorale. Nell’ottobre 2015 a 5 anni dall’Anno europeo del volontariato il Cev aveva pubblicato un documento di policy che, a seguito di un processo di consultazione, ha indicato le aree sulle quali è necessario lavorare per favorire uno sviluppo organico del volontariato in Europa. Le aree sono chiamate le 5r e sono: Real value (Vero valore), Regolamentary framework (Regolamentazione), Recognition (Riconoscimento), Resources (Risorse) e Refugees welcome (Accoglienza). Nella campagna Vote volunteer vision le linee guida tracciate da quel documento vengono aggiornate alla luce del momento attuale.
Il testo di supporto alla campagna affronta diversi temi tra il quali l’importanza di conoscere il volontariato per affermarne il valore e riconoscerne il ruolo, e la relativa necessità di possedere ricerche aggiornate che utilizzino dei parametri comuni in tutti i paesi e svolgano misurazioni continue: per ora infatti sono disponibili solo pochi studi sul volontariato a livello europeo e si tratta di rilevazioni ad hoc. Rispetto al mondo profit, viene sottolineata l’importanza di promuovere il volontariato aziendale come un’effettiva risorsa di responsabilità sociale d’impresa, che deve però garantire standard di qualità a tutela di aziende, volontari e utenti.
Sviluppare le infrastrutture del volontariato per fare in modo che esso possa svolgere il ruolo di supporto all’implementazione delle politiche europee, come il Pilastro dei diritti sociali o l’Agenda 2030, è un altro degli impegni che il Parlamento dovrebbe prendersi nei prossimi anni, continua il documento, dando la possibilità di lavorare in un quadro strategico condiviso e con garanzie di finanziamento stabili.
Grande importanza è data al ruolo formativo del volontariato per lo sviluppo della cittadinanza e per l’occupabilità. Questo aspetto si collega in maniera inscindibile al tema delle competenze acquisite in contesti non formali e informali e alla necessità per l’Europa di continuare a supportare gli Stati membri nel cammino di armonizzazione e promozione di sistemi univoci di validazione.
Il documento non dimentica il passaggio politico del 2020, anno nel quale si concluderà il settennato in corso e se ne aprirà uno nuovo, che comporterà la revisione degli attuali programmi, la sottoscrizione di nuovi accordi di partenariato con gli Stati membri per i fondi strutturali e l’attivazione di nuovi programmi. In questo frangente viene sottolineata l’importanza di dare corpo alle recenti innovazioni del regolamento finanziario dell’Unione che dovrebbero permettere di usare la valorizzazione del volontariato come fonte di cofinanziamento. Si intente inoltre promuovere il volontariato all’estero, attualmente realizzato attraverso il Corpo europeo di solidarietà e il programma EU Aid volunteers, e supportare la componente del volontariato in maniera trasversale alla maggior parte dei programmi.
Per fare in modo che l’impatto della campagna non si fermi con le elezioni del 26 maggio, è importante secondo il Cev che il mondo del volontariato si unisca e, attraverso il membri del parlamento eletto, chieda a gran voce l’istituzione di un intergruppo parlamentare sul volontariato, allo scopo di coordinare e l’azione e le strategie europee su questo importante settore.
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