Cultura
E se i graffiti fossero comprensibili?
“Tag clouds” è l’ultima trovata di Mathieu Tremblin, artista visivo francese, originario di Le Mans, classe 1980. I “tag clouds” sono un nuvola di parole, sono la traduzione, o meglio la decifrazione, dei “tag”, le sigle e le firme, opera di giovani, che da sempre si considera “imbrattino” i muri, le porte e le serrande dei negozi delle nostre città
![](https://www.vita.it/wp-content/uploads/2023/07/5f39705b-d377-4d22-9de4-f9dd60f36b18_large.jpg.jpeg)
Quante volte si è sentito qualucno al bar, o qualche persona più o meno anziana inveire contro i writer? Parole come “imbrattare”, “scarabocchi” e “vandali” sono le più usate. Eppure spesso il problema è la chiave d'accesso. non sempre infatti le tags, “le firme” in gergo, sono comprensibili.
![](https://www.vita.it/wp-content/uploads/2023/07/d3aa2ec5-b50c-48af-b3bc-224aab71fce0_large.jpeg)
![](https://www.vita.it/wp-content/uploads/2023/07/85d78076-74f6-4e21-9692-437fa1fd191c_large.jpeg)
Per questo nasce “Tag clouds”. L’ultima trovata di Mathieu Tremblin, artista visivo francese, originario di Le Mans, classe 1980. I “tag clouds” sono un nuvola di parole, sono la traduzione, o meglio la decifrazione, dei “tag”, le sigle e le firme, opera di giovani writer, che fino ad oggi si è sempre considerato imbrattassero i muri, le porte e le serrande dei negozi delle nostre città. Da oggi invece, grazie alla traduzione di Tremblin, quegli scarabocchi acquistano un senso e forse anche una dignità. Per farlo l'artista si è armato di pennello e, dopo aver cancellato i vecchi “tag”, li ha riscritti in un font più leggibili.
![](https://www.vita.it/wp-content/uploads/2023/07/286110fe-def6-4c3b-bf38-e31a47720066_large.jpeg)
![](https://www.vita.it/wp-content/uploads/2023/07/c1e4601c-527c-4148-97cf-b78456d4aebd_large.jpeg)
Visti così, i “tag” non sembrano più degli scarabocchi insensati e antiestetici, ma si trasformano in collage di scritte, con un nuovo equilibrio, estetico e cromatico, donando personalità e colore a pareti altrimenti anonime. Una testimonianza di come gli aspiranti street artist sia animati da tutt'altro che un desiderio di deturpare e distruggere.
![](https://www.vita.it/wp-content/uploads/2023/07/f28033c9-f6a5-47ba-8c80-60c9ef2744e0_large.jpeg)
![](https://www.vita.it/wp-content/uploads/2023/07/695377a1-861d-4d41-92d2-cc1da63be3fa_large.jpeg)
Non è un segreto infatti che molti degli street artist più famosi, sia italiani che internazionali, hanno cominciato le proprie carriere proprio "imbrattando” i muri delle città. Oggi però interi quartieri di Roma, Milano, Bologna e Napoli vedono come proprio unico sfogo dal grigiore di una quotidianità difficile e periferica i colori e le forme dei lavori di ragazzi come Agostino Iacurci, Aris, Br1, Alicé e molti altri.
![](https://www.vita.it/wp-content/uploads/2023/07/e046a09e-fa03-46b4-82f1-d8a170bcd2bd_large.jpeg)
![](https://www.vita.it/wp-content/uploads/2023/07/7f63e7a2-4a07-4787-b8c8-46d889b5f29f_large.jpeg)
Ragazzi che oggi vendono opere, propongono personali e mostre da New York e Berlino e sono considerati artisti a tutto tondo. Quasi tutti hanno comicniato dai muri delle nostre case, spesso prendendosi le nostre maledizioni. Grazie al lavoro Mathieu Tremblin forse da oggi potremmo cominciare a renderci conto di cosa in realtà sia disegnato sui muri che ci circondano.