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Accoltellato perché ha difeso un’anziana: sarà premiato “per senso civico”

A Serravalle Scrivia un giovane marocchino è stato ferito all’addome perché ha difeso un’anziana signora dall’attacco del dobermann di un uomo italiano

di Francesco Crippa

«Quel ragazzo ha compiuto un’azione eroica, degna di onore. Il Comune – spiega il primo cittadino di Serravalle Scrivia Alberto Carbone– gli è riconoscente e glielo dimostrerà, non appena si sarà ripreso dalla sua terribile esperienza. L’intervento di Araid dovrebbe essere esaltato come esempio di perfetta integrazione».

Il sindaco del comune piemontese si riferisce ad una vicenda accaduta il 19 luglio scorso, verso mezzanotte, quando in seguito ad una lite un ragazzo di origini marocchine è stato accoltellato. «Quell’uomo voleva uccidere mio figlio». Commenta così Bouchaib Araid, padre di Abdellatif, origini marocchine, in Italia da anni. Il ragazzo, 21 anni, è stato infatti aggredito da un uomo italiano, Andrea Verganesi, 39 anni, che lo ha colpito al ventre con un coltello poiché Abdellatif lo aveva ripreso quando il suo cane, un dobermann, seppur tenuto al guinzaglio, aveva attaccato una signora anziana facendola ruzzolare per terra. «Gli avevo soltanto detto di tenere più stretto il guinzaglio. Allora ha legato il cane a una panchina urlandomi frasi offensive. Poi si è sfilato la maglietta, l’ha gettata per terra e mi ha puntato il coltello. Credevo volesse solo spaventarmi. Invece mi ha colpito alla pancia» racconta la vittima, che conosceva di vista il suo aggressore.


«Quello che più mi ha fatto male è stato vedere la gente che mi stava attorno, fuggire o restare a guardare» prosegue Abdellatif, al quale fa eco il sindaco del piccolo comune: «Quando è avvenuto l’accoltellamento non abbiamo solo registrato il fatto di cronaca e il gesto altruistico di Abdellatif, ma anche molta indifferenza tra i presenti. In piazza ci sono due bar e una pizzeria dove in quel momento c’erano molte persone che sono rimaste a guardare».

Da sottolineare è anche l’intervento di due volontari della Croce Rossa, che hanno caricato il giovane marocchino sull’ambulanza sopraggiunta per soccorrere l’anziana ed hanno poi sviato l’aggressore, che stava inseguendo col coltello in pugno Abdellatif, indicando una via diversa da quella dove si era rifugiato il ragazzo.

Abdellatif otterrà dunque un riconoscimento “per senso civico”. «Sono orgoglioso di mio figlio» dice il padre del giovane marocchino. «Da quando aveva 15 anni ha sempre lavorato. I soldi li ha sempre dati in casa fino all’ultimo centesimo. Ho altri tre figli più giovani, io non trovo lavoro da 6 anni. Mangiamo solo grazie ad Abdellatif che aveva appena cominciato a lavorare in una ditta. Adesso, ciò che mi fa male sono le dichiarazioni dal carcere di quell’uomo che voleva uccidere il mio ragazzo. Sostiene di non ricordarsi nulla. Non vogliamo vendette, ma chiediamo solo che sia fatta giustizia».

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