Formazione

Global Forum. Polemiche roventi dopo gli arresti

Una notte carica di tensione e polemiche quella trascorsa a Napoli, con gli agenti ammanettati davanti alla Questura dopo gli arresti di 8 loro colleghi

di Ettore Colombo

Napoli, la sua Questura, la politica italiana. Tutti si risvegliano sotto choc dopo l’arresto di venerdì sera di otto poliziotti, sei agenti e due funzionari, accusati di violenze ingiustificate negli scontri avvenuti il 17 marzo 2001 durante il Global Forum, durante quella che, da entrambe le parti, viene ritenuta una sorta di “prova generale” del G8. Immediata e durissima la reazione dei colleghi che a decine hanno circondato in serata con una catena umana la Questura di Napoli per tentare di impedire l’esecuzione dei provvedimenti, con il trasferimento agli arresti domiciliari dei sette poliziotti(l’ottavo si trova in viaggio di nozze negli Stati Uniti). Mentre dal governo si sono levate subito molte voci per esprimere solidarietà alla Squadra mobile napoletana.
I due funzionari nel mirino della magistratura sono il vicequestore Carlo Solimene (capo della narcotici) e il commissario capo Fabio Ciccimarra (dirigente della sezione antirapina), che sarebbe indagato anche per gli incidenti avvenuti a luglio proprio durante il G8 di Genova. Gli altri arrestati sarebbero sei ispettori e sovrintendenti di polizia. Sono accusati di violenze, lesioni, sequestro di persona e perfino accuse di violenze sessuali. Quest’ultima accusa però, secondo uno dei difensori, Sergio Rastrelli, riguarderebbe solo ”casi limitatissimi e tutti da dimostrare”.
Le accuse si fondano su referti ospedalieri, testimonianze e presunte contraddizioni emerse nelle relazioni di servizio dei poliziotti sulla ricostruzione dei fatti. Riguardano non solo gli scontri avvenuti il 17 marzo 2001 in piazza Municipio (oltre cento agenti e carabinieri feriti, decine e decine di ragazzi costretti a medicarsi nei presidi sanitari della zona oppure privatamente, due arrestati e 21 denunciati) ma soprattutto quanto sarebbe avvenuto dopo quei lunghi minuti di incidenti incontrollati. Ottantacinque ragazzi sarebbero stati prelevati dagli ospedali e portati alla caserma “Raniero”. Qui sarebbero avvenute le violenze, tra “gravi forme di maltrattamenti, ingiustificate perquisizioni personali e gratuite mortificazioni”
Quando si è diffusa la notizia degli arresti si è subito scatenata in serata la durissima reazione dei colleghi degli agenti arrestati. Circa un centinaio si sono recati davanti all’ingresso principale della Questura, formando una catena umana (alcuni si sono ammanettati tra loro) per impedire che i sette poliziotti venissero portati agli arresti domiciliari. Tra urla, agenti in lacrime e anche un volantino firmato da uno dei sindacati della polizia, il Siulp, con la scritta ”Vergogna!!!”. “Continuamente ci vengono a dipingere la Questura di rosso, a volte restiamo rinchiusi dentro, ci sentiamo impotenti di fronte a tutto quello che accade – hanno gridato alcuni poliziotti – Si tratta di provvedimenti con motivazioni politiche che non conosciamo. Questi arresti sono illegittimi”. La tensione si è poi allentata quando si è saputo che i sette agenti erano usciti, poco dopo la mezzanotte, da un’ingresso laterale della Questura e riaccompagnati ai loro domicili.
Attorno agli arresti, motivati dal pericolo di inquinamento delle prove e di reiterazione dei reati, c’è anche un piccolo giallo. Sarebbero stati firmati dal gip Isabella Iaselli, ma non dal procuratore capo Agostino Cordova. Che ha subito precisato: “I fatti in oggetto non minano la fiducia di questo Ufficio nei confronti del personale di polizia in generale e di quello in servizio presso la Questura di Napoli in particolare”. Gli arresti dovevano essere notificati inoltre sabato mattina. L’esecuzione anticipata al venerdì, secondo indiscrezioni trapelate in ambienti giudiziari, avrebbe creato sconcerto tra i magistrati inquirenti.

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