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Politica. Si chiudono le liste per il voto del 26 maggio

Ultime grane in vista per l'Ulivo (Campobasso) e il Polo (Verona e non solo: tutto il Veneto ancora in dubbio): la corsa delle due coalizioni per la presentazione della candidature è al rush finale

di Ettore Colombo

Per le elezioni amministrative del 26 maggio è sabato a mezzogiorno il termine ultimo per la presentazione delle candidature. Entro domani, dunque, la mappa dei candidati sarà definitiva. E le segreterie politiche, ancora in fermento, potranno tirare un sospiro di sollievo. Mancano, infatti, meno di 24 ore alla presentazione delle liste per il rinnovo di 10 consigli provinciali e di 795 amministrazioni locali, e sul tappeto ci sono ancora tanti casi aperti.

Il Veneto rimane la spina nel fianco della Casa delle Libertà , la Campania agita invece l?Ulivo alle prese pure con il caso Campobasso dove non c?è accordo per chi guiderà la corsa al rinnovo del consiglio provinciale. Entro le dodici di domani sarà tutto definito, ma poi bisognerà gettarsi a capofitto nella campagna elettorale. Il test, infatti, è di quelli che contano ? sono oltre undici milioni gli italiani chiamati alle urne ? e sia la Casa delle Libertà sia l?Ulivo sono mobilitati, ovviamente da ragioni diverse.
Per Francesco Rutelli e Piero Fassino il voto del 26 maggio non dovrà essere considerato una ?rivincita del 13 maggio?, tuttavia l?impegno dovrà essere massimo perchè il numero degli elettori coinvonti inevitabilmente finirà per dare a quel voto un ?significato politico?.
Alleanze sono state strette con Rifondazione Comunista, con l?Italia dei Valori di Antonio di Pietro e con le rappresentanze della cosidetta società civile. A ridosso del voto tutti i leader del centrosinistra intensificheranno le loro presenze in luoghi ritenuti particolarmente importanti. Tra questi Genova e Parma. I temi della campagna elettorale, però, non prescinderanno dalla tipologia delle elezioni. Il cavallo di battaglia sarà probabilmente il federalismo: la questione delle autonomie e il ruolo degli enti locali. E con esso le ?promesse mancate? del governo Berlusconi. Ma non sarà solo una campagna elettorare ?contro?.
Resta ancora aperto, però, il caso di Campobasso dove dopo il ritiro dell?attuale sindaco (Augusto Massa, Ds) dalla corsa per la guida del consiglio provinciale resta in alto mare l?accordo sulla nuova candidatura e l?alleanza con Rifondazione comunista. Per il resto il bilancio complessivo lo traccia Giuseppe Fioroni della Margherita. ”L’Ulivo ? spiega ? è sostanzialmente unito ovunque nei comuni sopra i 15mila abitanti, che sono oltre 140. Ds e Margherita sono diviso soltanto in 12 comuni dei quali uno soltanto, Cosenza, è capoluogo. Insomma, l’eccezione che conferma la regola poichè parliamo, in conclusione, di molto meno dell’8 per cento dei casi”. E riguardo alle alleanze, dice: ”Con Rifondazione comunista abbiamo trovato un accordo nel 70 per cento delle province e nel 60 per cento dei capiluogo e dei comuni con oltre 15mila abitanti – sottolinea – Più o meno le stesse percentuali per i patti con Di Pietro”. Resterebbe tuttavia ancora aperta la situazione campana. Non meno di due giorni fa l?Udeur minacciava di correre da solo denunciando il prevalere di un asse Margherita-Ds che escludeva a priori un ragionamento costruttivo. Anche in questa parte d?Italia fervono i contatti.

Anche il centrodestra non ha rinunciato alle alleanze. ?Siamo facendo con molta facilità accordi elettorali con il centrodestra al Sud ma stiamo trovando qualche difficoltà al centro nord?, rivelava solo pochi giorni fa il segretario nazionale dell?Msi-Fm, Luca Romagnoli, successore di Rauti alla guida della Fiamma tricolotr. Nel centrodestra è stata comunque la Lega ad agitare le acque. Il voto delle amministrative per il centrodestra potrebbe assumere un doppio significato. Il primo, esterno: la vittoria sarebbe salutata come una conferma del ?buon governo? del centrodestra. Una boccata d?ossigeno per procedere con più determinazione sul cammino delle riforme. Il secondo, interno: il risultato elettorale potrebbe rappresentare una prova generale, in particolare, per la nuova alleanza centrista, l?Udc, più in generale una ridefinizione dei rapporti di forza interni alla coalizione. Subito dopo le elezioni amministrative ed entro giugno potrebbe esserci l?annunciato rimpasto di governo. E in quella sede anche i numeri potrebbero giocare la loro parte.
Il nodo da sciogliere resta il Veneto. La spaccatura interna alla Casa delle Libertà riguarda ancora diverse realtà dove non c?è accordo per il candidato sindaco. Tra queste svetta il comune di Verona. Non mancano comunque problemi per Treviso chiamato a rinnovare il consiglio provinciale. Forza Italia si divide e la Lega anche qui vorrebbe giocare le sue carte. E per tutti sono ore frenetiche. Nel resto del Paese la mappa è pressoché completa.

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