Famiglia

Papà laureato, lavoro ritardato

Percorso di studi lungo o corto: tutto dipende dal grado di istruzione dei genitori. Come ai tempi di don Milani

di Redazione

Don Milani e i ragazzi di Barbiana, nel loro, corrosivo, “Lettera a una professoressa”, prima grande contestazione della scuola italiana, li usavano a rappresentazione di un intero sistema. Pierino e Gianni, il figlio del dottore ed il figlio dei contadino, coetanei, frequentano la stessa classe. Ma il rampollo della famiglia borghese, forte di danaro, cultura e sostegni, arriva fino alla laurea. Farà il medico, come papà. Il figlio del montanaro, svantaggiato in tutto e misurato col metro nozionistico, torna presto al mestiere del padre: zappare la terra. Roba di trent’anni fa? Forse, ma forse no. L’Isfol, elaborando dati Doxa, rivela che quando un adolescente sceglie di lavorare (l’8,3% dei ragazzi italiani) ha alle spalle una famiglia con un basso livello culturale. Secondo le statistiche, i padri di questi giovani-lavoratori hanno la licenza elementare nel 13,7% dei casi , percentuale che scende al 9,1% quando si parla media inferiore e al 3,7% quando si tratta di papà con un diploma di scuola superiore. Nessun figlio di laureato va a lavorare prima dei 19 anni. Se il campione è invece costituito dai giovani dai 20 ai 24 anni, alle spalle degli studenti troviamo in maggioranza capofamiglia laureati (86,1%) e diplomati (51,7%). Quando si prendono in considerazione licenza media ed elementare, le percentuali scendono al 32,1 e al 21,1. Viceversa a giovani che siano già al lavoro, corrispondo padri dal livello culturale medio-basso: diploma di scuola superiore in 28 casi su 100, di media inferiore.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.