Formazione

Venezuela, il caso Chavez. Il contro presidente

Preferisce i poveri ai petrolieri e i diritti umani alla globalizzazione. Per questo è temuto dentro e fuori dal Venezuela. Anche da Bush, che lo avverte: raddrizza la tua barca.

di Carlotta Jesi

“Spero che adesso Chavez colga l?occasione per raddrizzare la sua barca che da qualche tempo va nella direzione sbagliata”. Condoleeza Rice , consigliere per la sicurezza degli Stati Uniti, ha accolto con questo gelido commento il ritorno al potere del presidente venezuelano Hugo Chavez. Che in sole 48 ore, dal 12 al 14 aprile, è stato deposto con un colpo di stato militare, sostituito dal capo della Confindustria venezuelana, Pedro Carmona e poi dal suo vice Doisdato Cabello, quindi riportato al potere. Facendo prima gioire e poi infuriare coloro che, fuori e dentro il Venezuela, speravano di aver tolto di mezzo uno dei politici più scomodi del Sudamerica.
A cominciare dal presidente degli Stati Uniti, George Bush. La direzione sbagliata presa da Chavez di cui parla Condoleeza Rice, in realtà è triplice: Afghanistan, Iraq e Cuba. Fin dall?inizio dei bombardamenti su Kabul, il presidente venezuelano ha creato problemi a Bush dichiarando che la guerra contro il terrorismo era in realtà una guerra contro migliaia di civili innocenti. Sui rapporti di amicizia che intercorrono fra Saddam Hussein e il presidente venezuelano, preoccupando Bush per l?impatto che insieme i due potrebbero avere sul mercato del petrolio, dice tutto la dichiarazione con cui il primo ministro iracheno, Tariq Aziz ha salutato il fallimento del golpe: «Ci congratuliamo con gli amici venezuelani per la vittoria contro la cospirazione imperialista dell?America». Un?interpretazione del golpe che in questi giorni hanno dato anche a Cuba, dove Chavez ha incontrato spesso Fidel Castro.
Numerosi anche i venezuelani che sarebbero stati felici di cambiare presidente. Innanzitutto i petrolieri dei cui interessi, nonostante il suo sia il quarto Paese esportatore di petrolio al mondo, si cura poco. Per lui, prima di loro vengono 20 milioni di poveri. L?85% della popolazione, da cui il presidente è stato eletto nel 1998, che tutte le settimane resta incollato alla tv per seguire il suo show Hello President nonostante la povertà non sia diminuita granché negli ultimi quattro anni.
Al secondo posto nella lista dei nemici di Chavez, che è anche il presidente del G77, il club dei Paesi più poveri del mondo, ci sono i promotori della globalizzazione. Dal Fondo monetario internazionale, che al vertice Onu di Monterrey ha proposto di sostituire con un Fondo umanitario internazionale, agli imprenditori venezuelani. Giacomo Signoroni, in Venezuela per il Servizio volontario internazionale, non ha dubbi: «Il governo di Chavez ha fermato il processo di privatizzazione delle principali imprese statali contrastando la globalizzazione».
Come se ciò non bastasse, l?indice di apprezzamento del presidente venezuelano, che secondo il Financial Times negli ultimi mesi era crollato dall?80 al 30%, in 48 ore di golpe è tornato alle stelle.

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