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E se vincesse la lobby armiera? Un futuro meno libero senza la 185

Un commento all'ipotesi di abolizione della legge 185.

di Gabriella Meroni

Le esportazioni di materiale militare italiano crescono. Nel 2001, il valore dell?export è stato di 960,8 milioni di euro, in crescita di quasi l?1% rispetto al 2000. In aumento anche il numero delle autorizzazioni all?export rilasciate dal ministero degli Esteri, che ha emesso 638 autorizzazioni rispetto alle 522 del 2000. Tra gli esportatori rimane al primo posto Finmeccanica, con oltre il 23% delle commesse, seconda l?Augusta, con il 16,1%, poi Alenia Marconi, Whitehead Alenia, Fiar, Iveco-Fiat.
Stampatevi bene in mente questi dati. Perché è questa forse l?ultima volta che riusciamo a sapere cosa accade nel settore delle armi. È forse l?ultima volta, infatti, che viene presentata al Parlamento l?annuale relazione sull?export, prevista dalla legge 185/90 oggi minacciata da un disegno di legge (il 1927) che, se approvato, occulterebbe gran parte delle informazioni contenute nella relazione. Non sapremo più, in pratica, che del materiale militare esportato il 56,6% è andato a Paesi Nato, il 43,8% ad altri Paesi. Ignoreremo per sempre che il nostro miglior cliente è stato la Svezia, con il 15% dell?export, seguita da Arabia Saudita con il 13,8%, Malesia (8%), Cile (8,6%) e Turchia (5,2%).
Ancora, senza la relazione prevista dalla legge 185 non potremo decidere consapevolmente a quali banche affidare i nostri risparmi, perché ci saranno precluse le informazioni relative alle transazioni finanziarie realizzate dagli istituti di credito italiani per l?acquisto di armamenti. Non potremo decidere, cioè, se ?punire? la Bipop-Carire per essere stata nel 2001 la banca che più ha appoggiato i commerci di armi (seguita da Banca nazionale del lavoro e Banco di Roma), o premiare quegli istituti che nella relazione non compaiono. Non sapremo, quindi non decideremo. Cioè saremo meno liberi. È questo l?ultimo, distruttivo effetto di una politica, voluta dalla lobby delle armi (che ha avuto il suo trionfo anche commerciale nei giorni scorsi alla fiera bresciana Exa) e avallata da tutte le forze politiche, che premia gli affari a discapito della democrazia. Siamo sicuri che sia una scelta di civiltà?

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