Politica

La nuova legge sull’immigrazione tra incostituzionalità e i ricatti di Bossi

Il commento di Livia Turco sulla politica del governo sull'immigrazione e sul ddl Bossi-Fini.

di Livia Turco

Ci sono temi su cui si misura la capacità di una classe dirigente di sapere promuovere l?interesse del Paese. Il governo dell?immigrazione è uno di questi. Se valutiamo, sulla base dei fatti, l?atteggiamento e la politica del governo Berlusconi su questa materia non possiamo che cadere nello sconforto. Infatti, ciò che ha evitato di fare il governo è comporre una politica migratoria all?interno di una prospettiva di sviluppo economico-sociale e di coesione del Paese. Se avesse assunto questo approccio, avrebbe cercato di incidere sulla contraddizione che rende problematici i flussi migratori, che può essere sintetizzata nell?espressione: «L?economia li vuole, la società li teme». Comporre questa contraddizione significa promuovere una politica di ingressi regolari aperta, rendere conveniente l?ingresso regolare per lavoro, costruire accordi bilaterali per combattere l?immigrazione clandestina e impegnarsi per favorire l?integrazione degli stranieri. Il governo, egemonizzato dal ministro Bossi, ha invece scelto l?arma dell?ideologia e della propaganda. Per non parlare della legge Bossi-Fini, criticata dagli imprenditori, dai sindacati, dalle associazioni, dalla Chiesa e dall?Alto commissariato Onu per i rifugiati. Non solo, ma avvertito dalla Corte costituzionale, oltre che dall?opposizione, sul rischio di incostituzionalità della norma che prevede l?espulsione con accompagnamento alla frontiera senza tutela giurisdizionale, il governo corre ai ripari proponendo un decreto legge che corregge in senso garantista la legge in vigore! Un paradosso: il governo costretto a correggere in senso garantista la tanto lassista Turco-Napolitano! Purtroppo anche il decreto presenta vizi di costituzionalità e aprirà più problemi di quanti ne risolverà. Per non parlare della sceneggiata sulla regolarizzazione delle colf: solo le badanti – no, anche le colf; regolarizzazione con tassa per ricchi – regolarizzazione fino a 500mila persone – no, per poche migliaia! Insomma il massimo di confusione. Ora la Bossi-Fini è all?attenzione della commissione Affari costituzionali della Camera. Cercheremo come opposizione di correggerla. Ma la sensazione è che la partita si giochi in seno al governo e nella maggioranza. Uniti in un calcolo (miope) che quella legge, sbagliata e disumana, sia uno ?scalpo? da usare nella campagna elettorale del 26 maggio.


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