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L’eclissi del sole e della ragione
I tre principali quotidiani italiani hanno dedicato all'eclisse dello scorso 11 agosto ben 360 pagine intere in soli sei giorni per un totale di oltre 1900 tra articoli, commenti, interviste....
C hi in redazione cura la nostra rassegna stampa settimanale ha calcolato che i tre principali quotidiani italiani hanno dedicato all’eclisse dello scorso 11 agosto ben 360 pagine intere in soli sei giorni (dall’7 al 12 agosto) per un totale di oltre 1900 tra articoli, commenti, interviste, tabelle e schede. Né da meno si sono comportati i giornali più piccoli o le principali testate straniere. Al giovane collega scandalizzato dal troppo clamore ho risposto che intanto le pagine sul sole nero ci avevano evitato altri futili esercizi polemici e sicuramente più pretestuosi dell’eclisse, e poi che in tale mole di chiacchiere e inchiostro c’erano pure delle perle come l’articolo di Citati su “La Repubblica”, quello di Antonio Socci su “Il Giornale”, le pagine di “Tuttoscienze” della Stampa, o la bella poesia di Mario Luzi sul Corriere, intitolata “Un minuto nel tempo”. Una poesia dedicata all’eclisse ma che fotografa in maniera magistrale il rischio di un eclisse ancor più angosciosa di quella di sole: l’eclisse dell’umana ragione di cui tanti segnali abbiamo avuto quest’estate.
Rileggiamola. «Che ordine nell’universo/ e nel pensiero che lo pensa./ Dopo l’affronto, dopo/ la periodica contesa/ vengono luce e tenebra/ a una breve/ tenebrosa coincidenza. Dura poco lo sgomento dei viventi,/poco però assai più a lungo/ del letale anneramento./ Prendono nuovamente vita e luce/ al rifulgere del loro/ spaventoso zero. Tripudiamo./ Pure com’è difficile/ cacciarlo l’ipotetico pensiero/ che l’ombra dell’umano/ oscuri, luna nera,/ la luminosità solare/ dell’essere e che un giorno/ una cimosa astrale/ vi passi sopra definitivamente e splenda./ Difficile, ma spero/ di tenerlo a bada, devo./ Tutti noi dobbiamo.».
Un appello alla responsabilità personale, individuale di fronte a quella che può sembrare un darwinismo verso l’autodistruzione, una forza buia che sembra superiore a ogni ragionevolezza e che spinge la specie umana a rendere invivibile e ingovernabile l’ambiente in una corsa incontrollata e ingovernabile verso il maggior profitto e un benessere non più sostenibile. Basti pensare un attimo alle cifre impressionanti dei morti sulle strade italiane dal 1 luglio al 17 agosto: quasi 600 vittime. E alle misure e contromisure ridicole e contraddittorie messe in campo dalle autorità competenti: divieti di sorpasso per fasce orarie, limiti di velocità, autovelox e antiautovelox. Misure che non hanno fatto diminuire gli incidenti, anzi. L’eccesso di autovetture sulle strade (qualcuno sa che l’Italia ha il record mondiale nel rapporto tra autovetture e popolazione?) non si governa con la repressione, ma con il mutamento dei comportamenti, con un cambiamento nelle gerarchie dei valori.
E questo vale non solo per il traffico, ma anche per l’alimentazione, l’economia, l’ambiente, e persino, caro ministro Diliberto, la giustizia.
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