Formazione

Welfare: Sestini su reddito minimo, disabili, fondazioni

Il sotto segretario con delega alle Politiche sociali ha spiegato come si muoverà il governo su alcuni temi caldi

di Gabriella Meroni

”Stato, privato e privato sociale concorrano insieme al soddisfacimento dei bisogni, perche’ il sistema di offerta alla domanda di servizi sia sempre piu’ diversificato”. Grazia Sestini, Sottosegretario di Stato al Ministero del Welfare, nel corso del suo saluto al convegno ”Verso nuove forme di welfare”, indetto dal Centro nazionale di Prevenzione e Difesa sociale, entra nel merito delle politiche annunciate dal governo, dirette, afferma, “alla valorizzazione del non profit, del terzo settore, del volontariato”. Per l’esponente del governo Berlusconi, il recente ddl approvato dal Consiglio dei Ministri sull’impresa sociale ”e’ diretto ad introdurre, accanto alle forme esistenti come le fondazioni e le cooperative sociali, la possibilita’ di articolarsi in impresa: unico vincolo la non distribuzione degli utili”. Per una rivisitazione complessiva, ha ricordato Sestini, il Ministero ha annunciato la redazione di un Libro Bianco sul welfare, in cui affrontare tutti i nodi esistenti. In particolare, secondo il Sottosegretario di Stato, vanno attentamente verificati i risultati della politica del reddito minimo di inserimento ”che non ha funzionato. La macchinosita’ del processo non ha permesso di raggiungere l’obiettivo prefissato”. In altri termini ”il sostegno alla poverta’ passa attraverso il non aver paura di usare la parola assistenza”. Due altri temi sono all’ordine del giorno del lavoro del Ministero, ha detto Sestini: la revisione del sistema di tutela delle disabilita’ e le politiche giovanili. Sul primo aspetto ”in Italia il sistema e’ all’avanguardia, ma e’ gravato da troppe leggi. Vanno riviste e riconsiderate tutte le normative del settore”. Le politiche giovanili, invece ”mancano, perche’ le misure non possono essere solo quelle di prevenzione della devianza, ma i giovani devono poter usufruire, come nel resto dell’Unione Europea, di strumenti formativi, dentro e fuori la scuola, per aiutarli nella crescita”. ‘ E sulla fondazioni: ‘Si’, c’e’ un rischio di politicizzazione”. Lo ammette ancora Grazia Sestini rispondendo ai giornalisti, circa la situazione che rischia di caratterizzare le fondazioni di origine bancaria con la applicazione della riforma Tremonti. ”E’ una preoccupazione che condivido – aggiunge -. Voglio pensare – conclude – che il previsto 70% di presenza degli enti locali, sia presenza dei rappresentanti dei cittadini e che il tutto torni, dunque, a vantaggio degli stessi’.


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