Volontariato

Chernobyl: 16 anni fa la catastrofe, Legambiente ricorda

La centrale fa ancora paura, commenta la delegazione di Legambiente in una nota

di Redazione

Il 26 aprile di sedici anni fa scoppiava la catastrofe della centrale di Cernobyl. Nell’anniversario della tragedia, come ogni anno, una delegazione di Legambiente, guidata da Angelo Gentili della segreteria nazionale, si trova in Ucraina, per una serie di incontri diplomatici e per verificare sul campo lo stato di sicurezza della centrale. ”La centrale fa ancora paura, -commenta la delegazione di Legambiente in una nota- dalla sua chiusura è calato il silenzio, abbiamo riscontrato immobilismo politico e nel frattempo in quelle zone aumentano le malattie, ospedali che non hanno farmaci, intere popolazione rassegnate ed abbandonate a se stesse”. Il j’accuse di Legambiente è rivolto soprattutto alla mancata messa in sicurezza della centrale: ”il sarcofago che ricopre il quarto reattore esploso desta preoccupazione”, denuncia Angelo Gentili. ”Continua ad avere piu’ di 1000 mq di crepe e buchi dai quali fuoriesce materiale radioattivo e può crollare da un momento all’altro, nessuno è in grado di capire cosa stia succedendo all’interno del reattore. C’è un coperchio di travi di acciaio affogate in una struttura di cemento che dal momento dell’esplosione h in bilico sui muri residui. Si tratta di duemila tonnellate sospese in posizione precaria”. ”In caso di crollo – prosegue Gentili- sono pronti ad invadere l’aria circa 180 tonnellate di combustibile nucleare ormai ridotto a pulviscolo radioattivo, 11 mila metri cubi di acqua e 740mila metri cubi di macerie altamente contaminate”. Secondo fonti ucraine, denuncia ancora Legambiente, ”gli scienziati ucraini hanno valutato che la radioattività totale delle sostanze custodite all’interno del sarcofago potrebbe superare i 20 milioni di curie”. Insomma, pur essendo stata chiusa la centrale ”rimane una bomba ad orologeria per l’Europa in quanto non e’ stata attivata aldilà dei progetti in corso, alcuna procedura concreta per la sua messa in sicurezza”.


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