Famiglia
Parti prematuri, congedi più lunghi
La Consulta con una sentenza(270/99)depositata alla fine di giugno,ha voluto allargare l'ambito delle tutele riservate alle lavoratrici madri.
di Redazione
Corte Costituzionale: la Consulta con una sentenza (270/99), depositata alla fine di giugno, ha voluto allargare l’ambito delle tutele riservate alle lavoratrici madri dichiarando al contempo illegittima una parte della legge 1204/71 sulla tutela delle lavoratrici madri.
In caso di parto prematuro le madri lavoratrici hanno diritto a più riposo. È quanto ha stabilito la Corte Costituzionale risolvendo così in senso positivo il dubbio contenuto nella questione di illegittimità costituzionale relativa all’art. 4, comma 1, lettera C della legge 1204/71, promossa dal pretore di Bergamo in funzione di giudice del lavoro. All’origine il caso di un parto prematuro non inquadrabile nella disciplina dell’astensione obbligatoria dal lavoro, se non con grave pregiudizio per la protezione della famiglia e del neonato. Lo schema di ripartizione dei tempi della “astensione obbligatoria” a favore della puerpera, nella prospettiva e prima della nascita del figlio, salterebbe del tutto in caso di ricovero d’urgenza, con la venuta alla luce di un feto non ancora in grado di sopravvivere autonomamente. In questo caso né la madre si troverebbe a poter usufruire con adeguatezza della fase di preparazione al parto, né si potrebbe assentare dal lavoro dopo l’intervento. E questo per motivi di ordine clinico legati alla necessaria assistenza ospedaliera e alla permanenza del prematuro in incubatrice, che vanificherebbero buona parte del diritto della madre. La necessità di porre rimedio ai rischi che si profilerebbero per la scarsa considerazione delle condizione della madre e del figlio, ha suggerito alla Corte Costituzionale di censurare la disposizione che attualmente regola l’astensione obbligatoria. La disciplina, infatti, non risulta applicabile in modo soddisfacente nei casi eccezionali in cui non c’è una determinazione chiara della durata dei periodi di astensione lavorativa, prima e dopo il parto. Ora il legislatore dovrà intervenire per adeguare la legge a queste nuove decisioni.
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