Volontariato
Le Società di Mutuo Soccorso: la prima indagine italiana
Isnet ha presentato uno studio che ha identificato un universo di 1.114 SMS. «Sarà un utilissimo indicatore per prevedere l’impatto sociale e le possibili ricadute delle attività di queste realtà», ha sottolineato la presidente Laura Bongiovanni
L’Associazione ISNET, per la promozione e lo sviluppo delle imprese sociali in Italia, ha presentato ieri a Roma, presso la Camera dei Deputati, uno studio sulle Società di Mutuo Soccorso in Italia, SMS, le prime libere organizzazioni che fin dall’Ottocento hanno cercato di sopperire alle carenze dello stato sociale in tema di sanità, previdenza e istruzione, ma anche realizzato su base volontaria forme di tutela dei lavoratori e dei cittadini. «Le SMS valorizzano le partnership con il terzo settore, in particolare con le cooperative sociali per l’erogazione di servizi. Inoltre attraverso la mutualità mediata realizzano piani di welfare aziendali, ad esempio l’azienda si associa alla Società di Mutuo Soccorso e trasferisce lo status di socio ai dipendenti, che possono fruire dei pacchetti di welfare», si legge nella nota introduttiva al rapporto.
Secondo Laura Bongiovanni Presidente dell’Associazione Isnet e curatrice dell’indagine: «La ricerca da noi effettuata riveste particolare importanza perché è la prima del genere in Italia e riteniamo importante il monitoraggio dell’evoluzione delle SMS e delle loro dinamiche. Gli studi realizzati finora hanno infatti offerto un’analisi settoriale o territoriale su questo tipo di società. La nostra indagine sarà invece un utilissimo indicatore in primis per prevedere l’impatto sociale, quindi le possibili ricadute delle attività delle SMS sul sistema socio-sanitario italiano, e in secondo luogo, ma non meno importante, per dare visibilità alle attività che le Società di mutuo occorso svolgono in Italia al fine di indirizzare le politiche e le azioni di governo».
Ad oggi non è stato ancora istituito un elenco univoco o un albo nazionale ufficiale delle SMS e se alcune regioni hanno albi delle SMS, molto spesso sono incompleti o addirittura mai pubblicati. La ricerca ha portato all’identificazione di un universo statistico di 1.114 SMS di cui solo 509 possono dichiararsi attive, cioè che svolgono attività non occasionali a favore dei soci che versano quote annuali. Le altre rientrano in casistiche differenti, ad esempio quelle che svolgono attività saltuaria senza raccolta quote annuali, oppure dispongono di un patrimonio immobiliare senza attività sociale. «Le SMS attive sono state inquadrate in tre classi, a seconda del differente grado di conformità rispetto a quanto previsto dalla riforma del 2012. Il 18% è rappresentato da SMS associative», vale a dire le società non iscritte presso le camere di commercio, quindi neppure al registro del Ministero dello Sviluppo Economico, come ad esempio alcune associazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale. Il 9,8% sono ibride, SMS iscritte presso le camere di commercio ma non iscritte all’albo delle cooperative gestito dal Ministero dello Sviluppo Economico, nell’apposita sezione delle società di mutuo soccorso, mentre il 17,9% sono SMS conformi alla riforma.
Oggi le Società di Mutuo Soccorso si caratterizzano anche per lo svolgimento di attività sanitarie integrative del SSN garantendo forme di tutela importanti e risposte personalizzate ai bisogni dei cittadini, confermando il proprio ruolo di organizzazioni con una forte vocazione sociale, per la produzione di valori e non solo servizi.
Su un campione di 200 SMS, è emerso che il 54,5% delle organizzazioni del Panel Isnet svolge già attività di tipo socio-sanitario attraverso convenzioni con strutture sanitarie, rimborsi per ricoveri ospedalieri, assistenza infermieristica domiciliare e ospedaliera, coperture per cure odontoiatriche e altro; della restante porzione, una su tre prevede di attivarsi in questa direzione nel prossimo futuro.
Per queste Società di Mutuo Soccorso, tuttavia, l’attività sanitaria si integra con altre attività, come ad esempio iniziative culturali, legate all’istruzione e alla formazione, di sostegno alle famiglie, ecc. Solo il 9% delle SMS ha dichiarato di svolgere esclusivamente attività socio sanitaria.
Le SMS sono relativamente piccole, ma ben radicate sul territorio. In particolare è nel Nord-Ovest dell’Italia che si concentra ben il 48% delle Società di Mutuo Soccorso. L’87% dei soci proviene dalle province in cui ha sede la SMS, l’età media dei soci nel 57% dei casi è compresa tra 50 e 60 anni, e sono più gli uomini, circa il 67% degli associati, a scegliere un modo solidale per affrontare situazioni di malattia, infortunio e svantaggio sociale.
In generale, la previsione di sviluppo della base associativa fornita dalle SMS intervistate, rivela per il 2017 un incremento medio del 5,5% sull’attuale numero dei soci. La percentuale sale al 16.7% tra le Società di Mutuo Soccorso che svolgono in via esclusiva attività socio-sanitarie.
«Un’indagine che ha molta rilevanza», ha commentato Edoardo Patriarca, parlamentare e presidente del Centro Nazionale per il Volontariato, «perché svela dimensioni e caratteri del fenomeno in Italia: più in generale il ruolo delle società di mutuo soccorso è strategico per tutto il Paese, e non solo per la sanità».
Un esempio di “mutua sanitari integrativa” è rappresentata da CAMPA, la Società di Mutuo Soccorso che affianca alle formule di assistenza sanitaria integrativa per gli imprenditori e le loro famiglie, coperture sanitarie collettive rivolte a dipendenti di aziende, enti e cooperative. «Non si possono paragonare ai grandi soggetti assicurativi ma i buoni risultati raggiunti dai fondi integrativi dimostrano che occorre favorire il rafforzamento delle Sms in modo che abbiano la possibilità di funzionare meglio, essere sostenibili e di supporto al servizio pubblico», ha sottolineato Massimo Piermattei, Direttore CAMPA.
Secondo Sergio Capitoli, Presidente Società Cattolica di Mutuo Soccorso San Venanzio Martire, bisogna recuperare la funzione di mutualità che tali organizzazioni hanno svolto storicamente per il sostegno dei propri associati che versavano in condizioni di fragilità. «Le SMS agiscono in assenza di fini di lucro e la loro attività è portata avanti grazie al lavoro volontario dei propri associati e dei loro familiari. Inoltre dal legislatore ci aspettiamo che a tali enti non vengano applicate le norme in vigore per le società cooperative rispetto alle quali le società di Mutuo Soccorso hanno un’evoluzione storica e normativa molto diverse».
Infine Luciano Dragonetti, Consigliere di Amministrazione Società Generale di Mutuo soccorso Mutua MBA ha rimarcato il ruolo delle Società di mutuo soccorso nella costruzione del nuovo welfare di comunità in tempi in cui il SSN rischia il collasso a causa della contrazione della spesa pubblica. MBA ha peraltro realizzato un’iniziativa unica in Italia, un museo della mutualità, che racconta la storia della solidarietà italiana dalla prima metà dell'Ottocento ai giorni nostri.
Nell'immagine di copertina il logo di una delle più antiche Sms: la Sociatà Operaia “Edmondo De Amicis” di Torino, fondata nel 1908
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