Formazione

Consiglio d’Europa: “La Lega è razzista e xenofoba”

Una commissione dell'organo che raccoglie tutti i Paesi Europei (non solo Ue) lancia "l'allarme Lega". E denuncia le condizioni di vita di rom e immigrati

di Ettore Colombo

Il Consiglio d’Europa lancia l'”allarme Lega” che definisce “razzista e xenofoba”. Nel rapporto della “Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza” (Ecri), l’organo di esperti indipendenti del Consiglio d’Europa, che in una trentina di pagine analizza la situazione italiana fino al giugno 2001, sottolinea “la persistenza di problemi di razzismo e di xenofobia che riguardano gli extracomunitari, specialmente albanesi, e i Rom, italiani o meno. Tali problemi si manifestano in forme diverse, comprendenti in particolare pregiudizi sociali, atti di discriminazione ed episodi di violenza, talvolta anche da parte della polizia”.
Gli esperti del Consiglio d’Europa – l’organismo basato a Strasburgo che riunisce 43 Stati membri impegnati nella difesa dei diritti dell’uomo – sottolineano anche “il ruolo svolto nel determinare tale situazione dalla propaganda di provocazione razzista e xenofoba condotta da certi leader politici”. E qui si apre lo spinoso capitolo Lega. L’Ecri, infatti, lancia un preoccupato allarme per “il diffuso utilizzo di propaganda razzista e xenofoba da parte di esponenti di certi partiti politici italiani, che presenta gli immigrati extracomunitari come responsabili del degrado delle condizioni di sicurezza, della disoccupazione e li dipinge come una minaccia per la difesa dell’identità nazionale”.
“Gli esponenti della Lega Nord – sostengono gli esperti – hanno fatto un uso particolarmente intenso di questo tipo di propaganda, ma va notato che anche altri partiti hanno usato un linguaggio politico xenofobo o in altra maniera intollerante”. Contro costoro qualcuno dovrebbe intervenire, suggerisce la Commissione: “Le autorità italiane – conclude il rapporto – potrebbero adottare dei provvedimenti ad hoc più espressamente mirati a lottare contro l’uso di discorsi provocatori di tipo razzista o xenofobo da parte di esponenti di partiti politici”.
L’Ecri ha quindi verificato episodi di discriminazione nei confronti di extracomunitari nell’area della giustizia (trattamenti non conformi alle procedure e sentenze più severe), dell’accesso ai servizi pubblici (alloggi di peggiore qualità e più cari di quelli degli italiani della stessa fascia di reddito, proibizione di ingresso in luoghi pubblici), dell’occupazione (lavori poco qualificati e meno retribuiti) e dell’istruzione (sforzi insufficienti per garantire ai bambini extracomunitari accesso e condizioni minime indispensabili).
Tra tutti i discriminati quelli trattati peggio sarebbero i Rom, che vivono “una situazione di segregazione effettiva in Italia, che sembra riflettere l’atteggiamento delle autorità nazionali che considerano i Rom come nomadi desiderosi di vivere in accampamenti”. Le condizioni di vita dei circa 120 mila Rom che secondo le stime ufficiali vivono accampati in Italia sono “estremamente disagiate, a causa dell’assenza di infrastrutture e di impianti di base, e non si notano grandi differenze tra accampamenti autorizzati e non”.

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