Leggi
Cassazione-Inps, lite sulle pensioni
Corte di Cassazione: due sentenze (1821 del 1998 e 6603 dello stesso anno) avevano rivisto i criteri di trasformazione della pensione di invalidità in pensione di anzianità
di Redazione
Corte di Cassazione: due sentenze (1821 del 1998 e 6603 dello stesso anno) avevano rivisto i criteri di trasformazione della pensione di invalidità in pensione di anzianità. Di recente l’Inps, con il messaggio 3089 ha informato di aver investito la propria avvocatura sulle decisioni della Corte, e che in seguito ai consigli dei legali ha deciso di non modificare, attualmente, i criteri seguiti e difformi dalle sentenze ma conformi a una precedente determinazione della Cassazione, la 11411/1997.
Continua a essere al centro dell’attenzione il tema dell’immutabilità del titolo pensionistico, cioè della trasformazioni di una pensione da una categoria a un’altra. Due sentenze della Corte di Cassazione, 1821 del 1998 e 6603 dello stesso anno, avevano determinato una trasformazione dei criteri di passaggio da una pensione all’altra che in molti casi si traduceva in vantaggi e conomici per i pensionati coinvolti. Le sedi Inps hanno interessato la propria avvocatura centrale che ha ravvisato l’opportunità di non cambiare comunque i criteri già seguiti. Di recente, con il messaggio 3089/99 l’Inps ha dato disposizioni nuove alle sedi periferiche, contrastando le sentenze della Corte di Cassazione. Con la prima sentenza la Corte ammetteva la trasformazione dell’assegno di invalidità in pensione di anzianità tenendo conto che nel sistema previdenziale in vigore non esiste il principio di immutabilità del titolo pensionistico; mentre la seconda sentenza disciplinava i criteri di trasformazione. Di fatto, l’Inps ha disatteso le due decisioni ritenendole in contrasto con una precedente e ha riaperto la questione chiedendo un ulteriore verifica alla Corte di Cassazione. Che questa volta però dovrà sentenziare a Sezioni unite.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.