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Papa Francesco: «La chiesa deve chiedere scusa ai gay»
Sul volo di ritorno dall'Armenia papa Francesco in un colloquio aperto con i giornalisti ha parlato di Brexit, papa Benedetto XVI, omosessuali e genocidio degli armeni. «I gay non vanno discriminati ma devono essere rispettati», ha dichiarato il pontefice. «Per gli armeni non conosco altra parola se non genocidio». L'ultima dichiarazione non è piaciuta al vicepremier turco Nurettin Canikli che ha ribadito: «Le attività del papa portano le tracce e i riflessi della mentalità delle Crociate»
di Anna Spena
Sul volo di ritorno dall’Armenia, (meta del 14° viaggio apostolico del pontefice), papa Francesco in un colloquio aperto con i giornalisti ha parlato del suo predecessore Benedetto XVI, di Brexit, e di omossessuali. «C'è un solo Papa», ha ribadito il pontefice. «L'altro, Benedetto XVI, è un papa emerito, una figura che prima non c'era e a cui lui, con coraggio, preghiera, scienza, e anche teologia, ha aperto la strada. Non ho mai dimenticato il discorso che fece ai cardinali il 28 febbraio di tre anni fa: “tra voi di sicuro c'è il mio successore, a lui prometto obbedienza”. E l'ha fatto».
Poi è passato a denunciare l’aria di divisione che si respira non solo in Europa ma anche all’interno degli stessi Paesi: «C'è qualcosa che non va in questa Unione: forse occorre pensare a una nuova forma di unione, più libera. Ma non bisogna “buttare via il bambino con l'acqua sporca". La guerra in Europa c'è già», ha affermato.
Quando i giornalisti gli hanno chiesto se è d'accordo con il cardinale Reinhard Marx che in un convegno internazionale a Dublino ha detto che la Chiesa deve chiedere scusa alla comunità gay, il papa è stato chiaro: «Ripeto quello che dice il catechismo della chiesa cattolica. I gay non vanno discriminati ma devono essere rispettati. Accompagnati pastoralmente. La cultura è cambiata grazia a Dio e noi cristiani dobbiamo chiedere scusa. Dobbiamo chiedere perdono non solo scusa. Se una persona è gay e cerca il signore e ha buona volontà chi sono io per giudicarla?».
Poi ha aggiunto: «Io credo che la Chiesa non solo deve chiedere scusa ai gay, ma deve chiedere perdono anche ai poveri, alle donne stuprate, ai bambini sfruttati nel lavoro, deve chiedere scusa di aver benedetto tante armi. I cristiani devono chiedere perdono per aver accompagnato tante scelte sbagliate».
È stato duro sulla questione armeni: «Non conosco altra parola se non genocidio. In Argentina quando si parla di sterminio degli armeni sempre si usava la parola genocidio. Non ne conoscevo un'altra. Solo quando sono venuto a Roma ho sentito un'altra parola, il “grande male”, la tragedia terribile… ».
Dichiarazioni quelle sul genocidio degli armeni che non sono piaciute al il vicepremier turco, Nurettin Canikli che le ha trovate «molto spiacevoli» perché «le attività del papa e del papato portano le tracce e i riflessi della mentalità delle Crociate», ha dichiarato Canikli. «Quella del papa non è una dichiarazione imparziale né conforme alla realtà», ha continuato.
La Turchia, infatti, continua a negare che il massacro degli armeni durante la Prima guerra mondiale sia stato un genocidio pianificato e calcola il numero di vittime tra 250 e 500mila, mentre per gli armeni i morti sono stati circa 1,5 milioni.
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