Famiglia
Conosci il tuo corpo ed eviterai le pillole
Oltre il cinque per cento delle donne italiane scelgono ormai i metodi naturali. Questione di ecologia e soddisfazione nel sentirsi soggetto della propria sessualità.
Dottor Pinkus, addio? Ad oltre vent’anni di distanza dalla sua invenzione, la piccola antifecondativa vede diminuire in Italia il numero delle sue utilizzatrici. Sono infatti sempre più numerose nel nostro Paese le donne che decidono di abbandonare questo ed altri contraccettivi chimici o meccanici per passare ai metodi naturali.
Un esercito di donne deluse
E non si tratta di una nouvelle vague cattolica (la regolazione della fertilità femminile è infatti la sola modalità di pianificazione delle nascite consentita dalla Chiesa) ma dell’affermarsi di una vera e propria ecologia del corpo. Lo conferma Michele Barbato, ginecologo e direttore del Centro ambrosiano metodi naturali Camen, struttura milanese che ogni anno insegna i metodi naturali a circa 500 coppie: «Circa il 40% delle donne che si rivolgono a noi, proviene da esperienze di contraccezione farmacologica o meccanica delle quali si dichiara insoddisfatta». Spirale, preservativo, diaframma vengono spesso avvertiti da molte persone come pesantemente invasivi, non armonici con i cicli biologici del corpo. Un’intrusione che talvolta finisce per rendere difficile la vita sessuale della coppia. I metodi naturali (vedi box sotto) consentono alla donna di riconoscere la propria fecondità, decidendo conseguentemente dei propri comportamenti sessuali. «Molte donne che praticano i metodi naturali», osserva Gabriella Bozzo, un’altra ginecologa del Camen, «ci confidano la loro profonda soddisfazione nell’essere soggetto responsabile della propria sessualità, senza la mediazione di medici o specialisti». In Italia tuttavia l’informazione su questi metodi, ampiamente diffusi all’estero, Europa in testa, è piuttosto scarsa. «È pressoché inesistente nelle strutture pubbliche, dove spesso viene accompagnata da una false convinzioni sulla sua efficacia»,conferma Barbato. Secondo il Camen infatti le ragioni di questa “congiura del silenzio” sono spesso riconducibili agli interessi enormi” delle società farmaceutiche. Un black-out informativo che si spinge fin nelle aule delle scuole di specializzazione universitarie dove nessuno, come ricorda Gabriella Bozzo, «parla di questi metodi ai futuri ginecologi o sessuologi». Eppure, ogni dubbio sull’efficacia di questi metodi è stato autorevolmente spazzato via dalle ricerche della Georgetown University di Washington (dieci anni di osservazione) e da ulteriori studi pubblicati a più riprese dall’American Journal, ovvero il Gotha della letteratura medico scientifica internazionale.
Sicuri, lo dicono i test
«I dati sull’efficacia dei metodi naturali sono ormai sovrapponibili a quelli degli altri metodi, vale a dire intorno al 97-98%», conferma Barbato. Le statistiche dei test di verifica dimostrano che su 100 donne che usano la pillola, ne rimangono incinte 2, su altrettante che usano la spirale si arriva al 2,5 – 3%. Il dato dei metodi naturali si attesta intorno a 3. Eppure la regolazione naturale della fertilità riguarda ancora una percentuale bassa di donne, anche se in aumento. «Ricorre ai metodi naturali circa il 5% delle italiane, dato pressoché inesistente negli anni ’70», conferma Barbato, «mentre le percentuali di utilizzatrici della pillola e della spirale si attestano intorno al 17%». Quasi 60 italiane su cento continuano a non utilizzare alcune metodo o ricorrono ancora al coito interrotto. «Un dato che deve fra riflettere», dicono al Camen, «su come oggi non sia aiutata, fra la gente, una riflessione seria sulla sessualità. I metodi naturali, invece, non si fermano alla tecnica ma prevedono una riflessione sul valore della sessualità che coinvolge la coppia». In Italia sono 12 i centri in cui si insegnano i metodi naturali, riuniti in una Confederazione nazionale. «Chiunque può diventare insegnante», sottolinea Barbato. «Dopo un stage di cinque week-end, un pre-esame, un esame ed un periodo di tirocinio, i nostri istruttori ne sanno più di un medico specializzato». Un movimento in crescita, come dimostra il convegno internazionale che l’Istituto europeo di educazione familiare terrà all’Università di Milano dal 28 giugno al 2 luglio del 2000. Titolo: “La regolazione naturale della fertilità: ruolo e sviluppi futuri”. (Info: Camen, tel. 02.5839136).
Billings e dintorni: ecco i più diffusi
La regolazione della fertilità femminile prevede diversi metodi, spesso complementari fra loro. Ecco i più diffusi e conosciuti tra le coppie.
1) BILLINGS: è il metodo naturale più conosciuto e diffuso nel mondo. Si basa sulla individuazione della fase feconda e di quella sterile del ciclo ovulatorio della donna. Il metodo prevede il controllo visivo quotidiano del muco cervicale, secrezione dell’utero che arriva fino ai genitali esterni. Dalle modificazioni riscontrate (fluidità, colore) ogni donna può individuare il periodo fertile dell’ovulazione (che dura solo ventiquattro ore). 2) METODO SINTOTERMICO: si basa sulla combinazione di diverse rilevazioni: muco cervicale, temperatura basale (che varia in corrispondenza dell’ ovulazione). 3) AUTODIAGNOSI: consiste nella determinazione dei periodi fecondi ed è effettuata con speciali apparecchiature biomedicali come termometri computerizzati, strumenti per il monitoraggio ormonale, test-stick per identificare il muco cervicale o la saliva.
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