Welfare

Lavoro, il 4% dei lavoratori vittime di mobbing

Sono 728 mila le donne che in Italia hanno subito molestie, ricatti e violenze sessuali sul lavoro. Per 366 mila gli episodi sono avvenuti durante il colloquio di assunzione.

di Redazione

Sono 728 mila le donne che in Italia hanno subito molestie, ricatti e violenze sessuali sul posto di lavoro. Per 366 mila gli episodi sono avvenuti durante il colloquio di assunzione. Il 4% dei lavoratori italiani, sia uomini che donne, e’ stato invece vittima di mobbing, un fenomeno che in Europa ha colpito 12 milioni di persone con una media dell’8%. Sono alcuni dei dati emersi nel corso di ‘Crimini nel lavoro’, la giornata di studi promossa da Andromeda, Associazione di volontariato osservatorio per la sicurezza, Are, Associazione della ricerca economica, ed Iurc, Istituto universitario di ricerca e criminologia. Diversi i temi al centro del dibattito: dal mobbing alle molestie sessuali alla sicurezza dei sistemi informatici. Per quanto riguarda le molestie sessuali, Stefano Petilli, professore della facolta’ di Comunicazione dell’Università La Sapienza, ha sottolineato che la ”fascia piu’ a rischio è quella della donne tra 25 e 40 anni e il 30% delle vittime lavora nella pubblica amministrazione”. Mario Strano, criminologo e presidente dello Iurc, ha invece classificato gli autori di violenze in tre categorie: seriale, occasionale e semi consapevole: ”Quest’ultima categoria – ha spiegato – è quella su cui la prevenzione può fare di piu’: questi soggetti, infatti, non si rendono del tutto conto di quello che fanno. E un lavoro mirato puo’ correggere il loro comportamento”. Di mobbing ha invece parlato il sottosegretario alle Attività produttive Mario Valducci: ”Con il 4% di lavoratori colpiti – ha detto – l’Italia e’ al di sotto della media europea, e molto piu’ in basso di altri Paesi del nostro continente come la Gran Bretagna che e’ al 16%, la Francia con 10% e la Germania con 7%. L’imprenditore deve essere al fianco delle istituzioni per prevenire i crimini commessi sul posto di lavoro. Non solo per motivi morali, ma anche perché l’imprenditore e’ il primo ad essere colpito se nella sua azienda c’é qualcuno che non é messo nelle condizioni di lavorare al meglio”. Marcella Lucidi ha invece spostato il discorso sullo Statuto dei lavoratori: ”Anche per questi motivi noi siamo contrari alle modifiche all’articolo 18: se si continua a rendere il lavoro sempre più precario, le donne avranno ancora il coraggio di denunciare le molestie subite sul posto di lavoro?”. A tirare le fila del dibattito è stato il deputato di An Filippo Ascierto: ”Bisogna recepire la domanda di sicurezza che viene dai cittadini – ha detto – in questo anche il voto di ieri in Francia deve essere di lezione”.


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