Cultura
Un consorzio con 57 aziende. Il biologico fa sul serio
Insieme controllano il 42% dellalimentazione naturale in italia. Si mettono insieme per promuovere la comunicazione. E migliorare la certificazione.
Dal produttore al consumatore cercando di mettere ?ordine? nell?agricoltura biologica: 57 imprese hanno dato vita a Consortium, un consorzio cui hanno aderito aziende che operano a diverso titolo nel settore bio realizzando il 42% dell?intera produzione nazionale. A maggio 2001, le prime 7 aziende: Esselunga, Mustiola, Pizzi, Centrale del Latte di Brescia, Azienda agricola Buonamici, Linea Verde e Confruit G del cui presidente, Cleto Casadei, è l?idea.
«Le finalità del consorzio», spiega Cesare Buonamici, dell?omonima azienda di famiglia sulle colline di Fiesole, in provincia di Firenze, e presidente di Consortium, «sono quelle di promuovere la comunicazione e la cultura del biologico creando dei legami con le istituzioni e il mondo accademico e mettendo a punto delle regole supplementari».
Regole di cui si avverte un gran bisogno soprattutto nell?ambito della certificazione, considerato uno dei principali limiti del settore e in Italia sono operativi 9 enti di certificazione.
«I valori che ispirano i consumi sono due: il bisogno di naturalità e il civismo», spiega Pierluigi Stopelli, direttore acquisti freschi di Esselunga e segretario di Consortium. «Al consumatore non interessa solo sapere chi fa un prodotto ma anche cosa c?è dietro. Abbiamo confrontato i regolamenti degli organismi di controllo rilevando che non vi è uniformità nel criterio di valutazione, nel metodo e neppure nelle sanzioni per questo bisogna arrivare a un sistema integrato, valido per tutti gli organismi certificatori. Uno dei nostri principali obiettivi è quello di lavorare alla costruzione di un miglior sistema di certificazione». Per l?attività di ricerca il consorzio ha dato vita a tre gruppi che si occupano di regolamentazione, certificazione e coerenza ambientale. Quest?ultimo è coordinato da Giampaolo Missiroli fondatore del gruppo Mustiola, (una coop con 260 soci che fatturano 12 milioni e un?azienda da 16 milioni di euro), pronto tra meno di un mese a inaugurare un nuovo stabilimento di 3.100 metri quadrati. «Il nostro lavoro deve servire a veicolare il messaggio che l?agricoltura bio è un? opportunità, in Italia ci sono 11 milioni di famiglie che ne mangiano i prodotti. A queste persone dobbiamo offrire garanzie precise sul valore della nostra produzione. Il loro lavoro non consente solo di ottenere prodotti di qualità», prosegue Missiroli, « ma anche di preservare tradizioni che rischierebbero di scomparire nel giro di pochi anni, salvaguardando il luogo in cui operano creando dei micro ecosistemi, incentivando il turismo rurale e creando reddito, l?unico vero deterrente contro l?abbandono delle campagne».
A Consortium intanto continuano le new entry. Brand assai noti, convertitisi sulla via del bio: Delverde, Ctm, Rigoni, Riso Scotti, Yomo, Doria, Granarolo. Tutti bio e tutti insieme. Appassionatamente.
Info: www.consortium-bio.it
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