Famiglia

Politica. Il modello è Kohl, non la Thatcher. Nasce l’Udc

"Moderazione, dialogo sociale e barra al centro". Buttiglione, D'Antoni e Follini alla guida dell'Udc fino al prossimo congresso di giugno. Si è chiusa la prima assemblea nazionale della Cdl.

di Ettore Colombo

Liste uniche e triumvirato. La mozione conclusiva della prima assemblea nazionale dell’Udc ha confermato a Rocco Buttiglione, Sergio D’Antoni e Marco Follini ”il mandato a guidare l’Udc attraverso una stagione congressuale che si aprirà a giugno e si concluderà con il congresso nazionale dal 25 al 28 luglio 2002” ed ha ribadito ”l’impegno a presentare liste Udc dovunque si andra’ al voto il 26 maggio”.
Il giorno dopo in cui Follini aveva parlato di lealtà, ma non di obbedienza e aveva invitato l’esecutivo di centrodestra a prendere come modello Kolh piuttosto che la Thatcher, il documento ribadisce ”il sostegno leale al governo Berlusconi” con un mandato a ministri e gruppi parlamentari del nuovo soggetto a ”rendere presenti senza complessi di inferiorità valori, programmi e progetto dell’Udc nell’azione del governo e della maggioranza”.
Il documento contiene anche un invito al governo a ”perseguire con pazienza il dialogo sociale per fare le riforme con la coesione sociale” indicando come modello ”il metodo della concertazione rettamente intesa, come a suo tempo formulata da Carlo Azeglio Ciampi”. All’esecutivo, inoltre, viene assicurata piena condivisione per ”l’impegno per la pace in Palestina e nel Mediterrano, per il definitivo superamento dell’antagonismo tra Nato e Russia e per l’avvicinamento della Russia alla Ue oltre che nello ”slancio per le riforme e la modernizzazione del Paese”.
Moderazione, poi. L ‘Udc invita governo e maggioranza anche a ”combattere la campagna di delegittimazione che sale da importanti settori dell’opposizione con senso della misura” e ”nell’osservanza rigorosa del limite e del ruolo istituzionale, senza cedere mai alla tentazione di rispondere a faziosità’ con
faziosità scadendo sul terreno della rissa”.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.