Non profit
Quando il commercio fa male
L'organismo internazionale è da cambiare. E il Wwf chiede che riduca le povertà
di Redazione
I 135 paesi membri del Wto (World Trade Organisation), l’organismo internazionale del commercio, si incontreranno dal 30 novembre al 3 dicembre per decidere le prossime mosse e la prossima strategia d’azione. Nell’ambito di una generale globalizzazione del mercato mondiale, che per ammissione dell’Onu sta procedendo «a rotta di collo», è necessario però che tale riforma avvenga nel rispetto dell’ambiente e nella direzione di un futuro sostenibile. Questo lo scopo della campagna lanciata dal Wwf Internazionale, a cui è possibile dare il proprio sostegno per posta o via e-mail. Per capire quanto il Wto possa incidere sulla vita di tutti noi, basta ricordare che si tratta di un organismo molto potente. Non si occupa infatti solo delle politiche del commercio di cui si è sempre interessato, ma è competente anche su molti altri argomenti che secondo il Wwf non gli si dovrebbe permettere di trattare, come il cibo, l’agricoltura, le politiche sanitarie. Ecco alcuni stralci della lettera che il Wwf internazionale suggerisce di inviare a chi può decidere di riformare il Wto nella direzione dello sviluppo sostenibile: primo tra tutti, il presidente della Ue Prodi (nella foto).
«Poiché ho a cuore la prosperità del nostro ambiente e delle persone in qualsiasi luogo della Terra, sono sempre più preoccupato del fatto che la protezione dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile sono stati dimenticati nella sfrenata corsa per globalizzare il commercio. Le risorse naturali del pianeta sono state significativamente intaccate negli ultimi 40 anni, proprio mentre sono state ridotte le barriere dei mercati. Sebbene la liberalizzazione del commercio abbia favorito la creazione di maggior ricchezza, il divario tra nazioni ricche e nazioni povere si sta sempre più allargando. Conto su di lei per rivendicare con forza una politica del commercio a favore delle persone e del pianeta richiedendo ai Paesi membri del Wto di intraprendere una valutazione approfondita degli impatti ambientali e sociali dell’attuale sistema del commercio internazionale e di qualsiasi proposta di ulteriore liberalizzazione; al Wto di rispettare in pieno l’autorità e le regole degli accordi internazionali sulla conservazione e l’ambiente; ai Paesi membri del Wto di assicurare che la liberalizzazione del commercio sia accompagnata da migliori regole ambientali e da piani d’azione necessari per creare un mercato sostenibile; al Wto di evitare di espandere la sua sfera di intervento agli investimenti e alle altre più importanti e nuove aree del commercio. Quando Lei affronterà il tema del commercio, per favore pensi all’ambiente e alle persone, alle comunità locali e a cosa qualsiasi nuovo accordo potrebbe implicare per il loro futuro».
Da inviare a: Romano Prodi, rue de la Loi 200, B1049, Bruxelles, e-mail romano.prodi@cec.eu.int; Massimo D’Alema, Palazzo Chigi, piazza Colonna 370, 00187 Roma, e-mail presidente@palazzochigi.it; e al ministro per il Commercio Estero Piero Fassino, viale America 341, 00144 Roma. Per informazioni e segnalazioni su questo argomento, Wwf Italia – Area legale telefono 06/844971, e-mail md1115@mclink.it
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