Volontariato
Parigi: domani si vota, chiusa la campagna elettorale
Secondo un sondaggio di Liberation, però, solo il 21% degli aventi diritto giudica importante il Presidente della repubblica per la gestione del Paese. Più importanti le legislative per il 59%
di Paolo Manzo
Si è chiusa alla mezzanotte di ieri, in Francia, la campagna elettorale per il primo turno delle elezioni presidenziali. Elezioni record per il numero di candidati, 16, ma soprattutto per le astensioni previste. Il 30 per cento dei 40 milioni di aventi diritto potrebbe scegliere di non recarsi alle urne, secondo quanto evidenziano gli ultimi sondaggi condotti prima del black out di informazioni della vigilia del voto. Necessario agli indecisi, che sono molti, per prendere, finalmente, una decisione. Domani le urne rimarranno aperte dalle otto del mattino alle 18, le 20 nelle grandi città.
Scontato il nome dei due concorrenti che si affronteranno al secondo turno, il Presidente uscente, Jacques Chirac, le cui preferenze domani oscilleranno fra il 19 e il 20 per cento, e il Premier, Lionel Jospin, con il 18 per cento dei voti previsto. Se le previsioni non vengono disattese, e la distanza fra di loro rimane inferiore ai quattro punti percentuali, il risultato finale delle
elezioni rimane aperto. Unica incognita, che peserà sul risultato del voto del cinque maggio, il peso del “terzo uomo”, il leader del Fronte nazionale, Jean Marie Le Pen, che potrebbe guadagnare dal 12,5 al 14 per cento dei voti, o di Arlette Laguiller, la candidata di Lutte Ouvriere, che si attende fra il 6,5 e l’otto per cento dei voti. E quello dei candidati minori, distribuiti in modo assai uniforme fra destra e sinistra. Con un terzo dei voti che potrebbe andare ai rappresentanti di forze politiche non presenti in Parlamento.
Un sondaggio, commissionato dal quotidiano Liberation e reso noto ieri, dimostrava come solo il 21 per cento degli aventi diritto giudica importante il Presidente della repubblica per la gestione del Paese. Il 59 per cento degli
intervistati, in barba a De Gaulle e ai fondamenti della Quinta repubblica che fondò nel 1958, ritiene invece più importante il risultato delle elezioni legislative (fissate per il 9 e il 16 giugno, con una inedita coincidenza temporale con le presidenziali che, come si evidenzia, concede agli elettori la possibilità di scegliere strategicamente per una coabitazione).
Secondo questo sondaggio sono il 54 per cento gli interpellati che si dicono “poco interessati” o “non interessati del tutto” alla campagna elettorale. Un risultato contrario all’affollamento, soprattutto in provincia, dei comizi di tutti i candidati. Potrebbe rivelarsi questa l’elezione che segna un nuovo cambiamento del sistema politico francese, con una presidenza, il cui mandato è stato ridotto da sette a cinque anni, meno forte.
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