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Internet: la Ue in campo contro i pirati informatici

La nuova Direttiva Ue che sarà presentata martedì 23 aprile, prevede sino a quattro anni di reclusione, per i pirati informatici che arrecano danni ingenti

di Paolo Manzo

Chi infetta la grande rete con virus distruttivi come il celebre I love you, che nel 2000 in tutto il mondo ha causato danni enormi al sistema informatico, potrà rischiare fino a quattro anni di prigione. La stretta contro chi si rende responsabile di attacchi ai sistemi informativi, allo scopo di creare danni o realizzare introiti illeciti, è contenuta in una proposta approvata ieri sera, con procedura scritta, dalla Commissione europea. La direttiva, che si propone di armonizzare a livello europeo le diverse legislazioni nazionali entro il 2003, sarà presentata alla stampa martedì prossimo dal commissario Ue alla giustizia Antonio Vitorino e dal suo collega Erkki Liikanen, commissario alle imprese e alla società dell’informazione. Di fronte all’azione di crackers senza scrupoli che sabotano sistemi informativi e periodicamente infettano Internet creando danni per milioni di dollari in tutto il mondo, l’esecutivo propone ai Quindici Stati membri una strategia comune di difesa. “Gli attacchi più seri possono non solo creare danni rilevanti a livello finanziario, ma in diversi casi possono provocare anche perdite di vite umane”, si legge nel documento, con riferimento agli attacchi compiuti contro i sistemi di controllo degli ospedali o del traffico aereo. Un’azione concertata contro i pirati di Internet è considerata del resto importante anche nel quadro della lotta al terrorismo, che dopo i fatti dell’11 settembre ha fatto anche a livello europeo un salto di qualità. L’esecutivo chiede di introdurre a livello comunitario uno scambio di informazioni tra gli Stati membri sugli attacchi informatici. E sottolinea l’importanza di inserire il reato di pirateria informatica nell’elenco dei crimini soggetti al mandato di arresto comune, per il quale una pena può essere eseguita in qualsiasi Stato membro, senza dover ricorrere all’estradizione del colpevole. “Ci sono state di recente occasioni dove una serie di attacchi contro i sistemi di informazione hanno provocato tensioni internazionali”, afferma il documento. Anche il sito Internet dell’amministrazione americana ha subito sabotaggi, così come i web-sites del governo di Israele e dell’Autorità nazionale palestinese. Il documento ritiene che si possa parlare di associazioni criminali tra crackers, quando sia provato che si accede illegalmente ai sistemi informativi allo scopo di creare danni o di realizzare guadagni. Tra le associazioni che vengono citate, anche il “the Brasilian Silver Lords e la Pakistan G-force”, che cercano di estorcere denaro offrendo assistenza specializzata alle vittime dei loro attacchi di pirateria. Se il Consiglio dei Quindici approverà la proposta della Commissione, nei paesi della Ue i pirati della rete potranno essere condannati ad una pena minima di un anno. La condanna potrà salire fino ad un massimo di quattro anni nei casi in cui l’azione abbia provocato danni fisici, rilevanti perdite economiche o guadagni consistenti o sia stata commessa da un membro di una associazione criminale.


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