Famiglia
Rigenerare con la bellezza
Antonio Presti, artista-mecenate siciliano, che ha donato il suo patrimonio in nome della conoscenza, realizzando progetti artistici con fini sociali, parla del suo percorso artistico ed etico e del ruolo fondamentale dell'arte pubblica per la rigenerazione del territorio, nel corso del festival del turismo responsabile Itacà, quest'anno alla sua ottava edizione.
“La rigenerazione si fa attraverso la bellezza e la conoscenza”, dice Antonio Presti, artista e mecenate siciliano, che ha donato il suo patrimonio personale per la conoscenza. Presti, presidente della Fondazione Fiumara d'Arte, è stato ospite a Bologna nel corso di Itacà, il primo festival in Italia di turismo responsabile, dove la sua esperienza è stata scelta nell'ambito del convegno dedicato al ruolo dell’arte pubblica come mezzo di rigenerazione per una nuova idea di turismo. Assieme alla sua esperienza, è stata individuata come particolarmente significativa in Italia quella di Arte Sella, che ha visto l'intervento del suo direttore artistico, Emanuele Montibeller.
“La mia testimonianza è una storia di 40 anni di vita che inizia nel messinese, nella Fiumara di Tusa, che comprende 12 comuni” esordisce Antonio Presti. Negli anni '80, invece di sottostare al potere della mafia Presti decide di donare l’ingente patrimonio ereditato dal padre, un imprenditore di lavori pubblici, per realizzare progetti artistici con fini sociali.
“Ho deciso di donare tutto il mio lavoro e il mio patrimonio in nome di quel bene comune che per me è la conoscenza. Ho preso la via della restituzione, della rigenerazione e del ringraziamento”, spiega Presti. Che sceglie di restituire arte e bellezza al territorio, realizzando nel 1986 nel messinese la Fiumara d'Arte il più grande parco all'aperto di arte contemporanea in Europa, in collaborazione con alcuni tra i più grandi artisti del Novecento. Composto da sculture monumentali, il parco, donato alla collettività, si sviluppa in un vasto territorio che si estende sulla costa, ma soprattutto nell’entroterra, tra le foreste dei Nebrodi e delle Madonie.
"Il turismo non è un fine, è venuto dopo".
"Inizialmente il mio fine era di fare un grande parco di sculture all'aperto con i più grandi artisti contemporanei del mondo in nome di una forma estetica che si legava a una forma etica”, spiega Presti.
Ma la storia della Fiumara d’Arte è una storia di indifferenza, opposizione e isolamento da parte delle istituzioni, durata 25 anni.
“Di fronte al potere della mafia che ha fatto morire tutto il territorio l'unica politica viva che c'è e che restituisce identità, non turistica, ma di presidio etico ed estetico è la Fiumara d'Arte. E’ una vittoria politica dell'arte rispetto al potere della mafia. Invece la bellezza rigenera bellezza e consegna futuro". Il Parco della Fiumara d'Arte è diventato una meta internazionale: “L'arte crea identità, fa politica e crea una meta nel mondo”.
A Castel di Tusa Presti ha realizzato un albergo-museo unico, l’Art Hotel Atelier,affacciato sul mare, con stanze realizzate da grandi artisti internazionali che sono veri capolavori di arte contemporanea. Nell’albergo si abita l’arte: l’opera d’arte si realizza pienamente solo con la presenza nella stanza del visitatore, che è parte integrante dell’opera. L'esperienza nell'albergo è un percorso emozionale , da cui nasce poi la conoscenza. “L'art Hotel, come la Fiumara d'Arte, è un luogo metafisico dove la contemporaneità crea un nuovo linguaggio".
Qual è il ruolo dell'arte oggi? “Il fine dell'arte pubblica oggi non è quello di fare una scultura o un grande museo, ma di fare arrivare un pensiero, che si anima, che trasforma un luogo in un presidio culturale. Viviamo in un 'epoca priva di memoria e quindi è importante fare qualcosa che abbia un'anima, che rimanga nel tempo. E' importante creare identità. L’arte deve uscire dalla sua autoreferenzialità e deve andare in tutta la città, anche nelle periferie. Quello che conta è fare un percorso civile, etico, politico di conoscenza per restituire una visione politica. L'arte pubblica deve essere un'arte partecipata. Ci dev'essere una consegna della conoscenza alle nuove generazioni: bisogna fare scuole con i bambini, coinvolgerli rigenerando bellezza".
Il fine dell'arte pubblica oggi non è di fare una scultura o un grande museo, ma di fare arrivare un pensiero, che si anima e trasforma un luogo in un presidio culturale
L'educazione nel processo artistico per Presti è "una semina di bellezza e in questo modo si fa una politica della bellezza, che si contrappone alla politica di sottomissione e di ignoranza delle istituzioni. Perciò io parlo di turismo "politico", non soltanto "responsabile", perché creare un pensiero etico, civile e un percorso di conoscenza si contrappone alla politica del potere e della mediocrità".
I giovani sono l'anima dell'intervento che Presti sta operando da 20 anni a Librino, periferia di Catania di 100.000 persone, ignorata dal governo e dalle istituzioni, dove lavora coinvolgendo tutta la cittadinanza, a partire dai bambini, grazie alla politica della bellezza, che ridà il diritto di cittadinanza e crea identità negli abitanti del quartiere. L’educazione parte dai bambini fino a coinvolgere le mamme del quartiere e l'intera città, mostrando che c'è un percorso diverso, una possibilità di vita diversa. E’ la terza generazione che Presti sta educando a Librino, restituendo bellezza con l'anima e creando arte condivisa.
Come nella Porta della Bellezza, un'opera maestosa di 500 metri, realizzata da 2000 bambini e 2000 mamme di Catania, assieme a grandi artisti internazionali. Dalla sua creazione, nel 2009, nessuno ha toccato la porta. La porta ha insegnato il rispetto e il valore della condivisione. "Per trasformare i muri ci vuole condivisione. La porta della bellezza educa, è maieutica, e ha sottratto i giovani alla criminalità e allo spaccio", spiega Presti.
“Librino diventerà un grande museo della contemporaneità e il più importante attrattore turistico della città di Catania”, dice Presti. A ottobre ripartiranno i laboratori fotografici per i bambini delle scuole di Librino, un grande progetto realizzato in collaborazione con fotografi italiani e internazionali, per realizzare il museo internazionale dell'Immagine e dell'arte contemporanea. E' stato realizzato un archivio socio antropologico di 30.000 scatti che ritraggono gli abitanti di Librino, e che verranno proiettati sulle facciate degli edifici del quartiere. Tra gli scatti le foto del grande fotografo franco-iraniano Reza. Queste foto mostreranno la bellezza interiore degli abitanti, una bellezza universale: “Quando queste 30.000 persone si vedranno e affermeranno “Io sono bello" acquisteranno il diritto alla cittadinanza e al futuro con una nuova consapevolezza".
Foto di apertura: 38° Parallelo-Piramide di Mauro Staccioli-Parco della Fiumara d'Arte
Tutte le foto sono della Fondazione Fiumara d'Arte.
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