Politica
Welfare, povertà e lavoro: quanto ne parlano i candidati sindaci
Abbiamo analizzato quante volte questi tre termini compaiono nei programmi elettorali dei candidati più accreditati nelle due maggiori città chiamate al voto del 5 giugno: Giachetti e Raggi nella Capitale e Parisi e Sala all'ombra della Madonnina. Ecco chi ha vinto la sfida
di Redazione
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Tre parole chiave: welfare, lavoro, povertà. Siamo andati a contare la ricorrenza di questi tre termini nei programmi elettorali dei due candidati accreditati dai sondaggi delle maggiori chances nelle due città principali in cui si voterà domenica: Roma (Virginia Raggi-Movimento 5 Stelle; Roberto Giachetti-Partito Democratico) e Milano (Stefano Parisi-centrodestra e Giuseppe Sala-centrosinistra). Nel complesso però sono 13 i milioni di elettori chiamati alle urne in 1.342 comuni, fra cui 25 capoluoghi (qui il vademecum e tutte le informazioni utili sul canale ufficiale del ministero degli Interni).
ROMA
Nel suo programma Roma torna Roma da 96 pagine Giachetti cita la parola welfare 9 volte, iniziando dal titolo del capitolo 6 (“Un nuovo welfare cittadino) che va dalla pagina 47 alla pagina 54. Proprio a pagina 47 ne fa cenno legandosi alla legge delega di riforma del Terzo settore appena varata: « Roma ha bisogno di competenze e strutture nuove di cui dovrà dotarsi per un grande piano di investimenti sui servizi, sulle professionalità, sull’integrazione e sul riconoscimento reciproco tra i vari soggetti che popolano il suo welfare territoriale, sfruttando appieno tutte le innovazioni che la legge di riforma del terzo settore, appena approvata, ci consegna». I termini lavoro e povertà invece ricorrono rispettivamente 41 e 3 volte.
In totale quindi i tre termini compaiono 53 volte
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VIRGINIA RAGGI
“#Coraggio è ora di cambiare Roma”, questo il titolo-hashtag della candidata grillina che ha scelto di divulgare un programma molto n 11 punti. Molto bassa la ricorrenza delle nostre tre parole-guida. Il termine welfare addirittura non compare mai, mentre lavoro ricorre 8 volte. Povertà invece una volta sola: «nello spirito del Movimento, verrà restituita centralità alla volontà dei cittadini con l’introduzione di strumenti di partecipazione diretta, in particolare a supporto di una corretta allocazione delle maggiori risorse disponibili, da destinarsi a spese per servizi e investimenti sulla base di decisioni assunte in maniera partecipata: saranno i cittadini, correttamente informati sul bilancio, a stabilire i settori su cui investire, i servizi da migliorare, le forme di tutela alla povertà (“Reddito di cittadinanza comunale”).
In totale quindi i tre termini compaiono 9 volte.
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MILANO
Nelle 88 pagine del Programma di Governo di Stefano Parisi, il termine welfare compare 11 volte e dà in accoppiata con Terzo settore il titolo a uno dei capitoli del programma (da pagina 64 a pag 67). Le prime tre volte Parisi ne accenna a partire da pagina 49 in riferimento al welfare aziendale. Il termine lavoro compare invece 48 volte. Il primo cenno lo si fa a pagina 10 in riferimento alla «modifica nell’organizzazione del lavoro della Polizia Municipale per garantire una maggiore presenza dei Vigili in strada». Infine povertà: la parola compare 6 volte in 88 pagine e dà il titolo al capitolo 24. Il terz’ultimo prima della Milano amica degli animali e dello Sport.
In totale quindi i tre termini compaiono 65 volte.
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“Milano ogni giorno, ogni ora”, questo il titolo scelto da Beppe Sala per il suo programma da 133 pagine. Il termine welfare compare 34 volte, la prima volta a pagina 8 nel capitolo Innovazione e inclusione. La parola lavoro ricorre invece 117 volte, le prime volte vicino a concetti come sostenibilità e rigenerazione urbana. Sono 7 infine le ricorrenze del termine povertà. La prima nella presentazione introduttiva quando mister Expo spiega che «è la Milano di chi soffre per povertà, sradicamento, esclusione o malattia che deve poter contare su servizi, cure e assistenza degni della tradizione milanese».
In totale quindi i tre termini compaiono 158 volte.
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