Volontariato
Cecenia: oggi un attentato, 17 morti
Sono oltre centomila i morti in otto anni
di Redazione
Un attentato esplosivo a Grozny ha provocato stamane la morte di 17 persone, molte delle quali agenti delle forze di sicurezza filo-russe, proprio mentre a Mosca Vladimir Putin dichiarava, nel suo discorso sullo Stato della nazione, che le operazioni militari nella repubblica caucasica potevano considerarsi ”terminate”. Terminate, aveva detto il Presidente, preannunciando l’inzio della fase di ricostruzione delle infrastrutture e del sistema politico, ”grazie al coraggio e all’eroismo delle forze armate e delle forze speciali russe”. ”Il compito principale ora -aveva aggiunto- e’ quello di ripristinare uno spazio politico e legale della Russia in Cecenia, di creare istituzioni efficaci e strutture di sicurezza proprie della Cecenia. In tempi piu’ lunghi, vi saranno elezioni libere, un reale sistema repubblicano e una vita economica ordinata”.
schedaLa rivolta della Cecenia esplode nell’autunno del 1991, in un’Urss ormai agonizzante, nel Caucaso che a sud separa la Russia occidentale da quella orientale, l’Occidente cristiano dall’Oriente musulmano. L’ex generale dell’Armata Rossa Giokhar Dudayev torna in patria dal Baltico – dove prestava servizio come generale dell’ aviazione sovietica – riscopre la fede nella Mezzaluna e proclama l’indipendenza di quella che e’ una repubblica autonoma interna alla Federazione russa, simile a una regione italiana a statuto speciale. Una decisione che Mosca – dopo aver offerto invano uno status di amplissima autonomia – tentera’ di cancellare nel 1994 con l’invio dei carri armati. La prima fase della guerra si conclude nel settembre del 1996. I morti sono forse 80 mila, secondo calcoli resi noti dal generale Aleksandr Lebed, l’allora segretario del consiglio di sicurezza russo. Lo stesso Lebed raggiunge una tregua che sara’ sancita l’anno dopo da un accordo con Mosca che rinvia al 2001 la questione dell’indipendenza. Nell’agosto del 1999 il leader guerrigliero Shamil Basayev (sul quale grava il sospetto di legami organici con al Qaida e Osama bin Laden) attacca tuttavia dalla Cecenia la confinante repubblica autonoma russa del Daghestan. L’allora premier Vladimir Putin ordina il contrattacco contro le forze della guerriglia e imposta una nuova spedizione armata. L’operazione militare si conclude infine nel 2001 con la riconquista della regione da parte delle forze federali. Continua pero’ lo stillicidio delle operazioni speciali da parte russa e di attentati e imboscate da parte dei ribelli, che fanno altre vittime. Complessivamente, dal ’94, i morti in Cecenia sono stati circa 100.000 (stando alle stime piu’ pessimistiche), i profughi piu’ di 200 mila.
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