Sostenibilità

Commercio equo: TransFair addio

La Fairtrade Labelling Organization-Flo ha presentato oggi a Milano il marchio unico per le 7 organizzazioni europee che sostituirà dal 2003 quello attuale

di Giampaolo Cerri

Un restyling totale, con una figura sullo sfondo che esprime un gesto di saluto: sarà così il nuovo logo che contraddistinguerà il prodotto del Commercio Equo e Solidale certificato in tutta Europa. Dall?inizio del 2003, in Italia, l’omino bianco e nero che contraddistingueva il marchio TransFair, sarà sostituito da una parola e da un simbolo che unificherà i marchi di garanzia europei sotto lo stesso nome: Fair Trade, ossia commercio equo. Così si è pronunciato alla fine del 2001 il Consiglio dei membri di Flo (Fair Trade Labelling Organizations), il Coordinamento internazionale dei marchi di garanzia, in coincidenza con un altro processo, quello che mira a rendere Flo ente di certificazione internazionale, sempre in contatto con i produttori del Sud del mondo, vera anima e motore del Commercio Equo e Solidale. Il nuovo marchio europeo è stato presentato oggi, 18 aprile alle 14,30, a Milano, presso la sede delle Acli della Lombardia, da Paola Ghillani, presidente di Flo che ha illustrato ad un pubblico ristretto (i soci di TransFair, convenuti in assemblea) sviluppi e potenzialità di questa evoluzione. I marchi nazionali sono nati in tutta Europa per creare nuovi sbocchi commerciali ai produttori, e, negli anni, hanno assunto nomi e simboli molto differenti fra loro: dapprima Max Havelaar in Olanda 15 anni fa, poi in Belgio, Francia, Svizzera, Danimarca e Norvegia; TransFair in Germania, Austria, Italia, Canada, Lussemburgo, Stati Uniti e Giappone; Fairtrade Foundation in Inghilterra e Fairtrade Mark in Irlanda. Con ritmi di crescita del 30% annuo, i marchi di garanzia hanno cominciato a certificare le storiche Centrali di importazione del Commercio Equo per poi raggiungere le aziende che vogliono inserire nella propria gamma di offerta referenze provenienti dal circuito del Commercio Equo e Solidale. Le imprese vengono sottoposte a controlli da parte di Flo, devono rispettare i criteri e le condizioni del Commercio Equo (prefinanziamento ai produttori, contratti di lunga durata, margini di guadagno sufficienti ad assicurare percentuali da investire in opere sociali e in beni a servizio delle comunità) e possono acquistare solo dalle cooperative inserite in appositi registri, che il coordinamento internazionale dei marchi di garanzia controlla e alle quali offre anche assistenza tecnica. Flo è nata tre anni fa dall?idea di coordinare le diverse iniziative nazionali in un unico soggetto, con sede a Bonn, che da allora ha cominciato il cammino impegnativo verso l?accreditamento presso l?Unione Europea. Un percorso che ha comportato una riorganizzazione complessiva per separare sempre più nettamente chi controlla da chi è controllato (produttori e aziende licenziatarie) e che, con la decisione di unificare nomi e simboli in un unico logo, arriva ad una tappa molto importante: il nuovo logo che Flo sta registrando come test in Germania, arriverà nel giro di qualche mese anche in Italia con un vero e proprio codice di condotta che ne regolamenterà l?uso per le aziende e per gli stessi marchi nazionali. Il Commercio Equo certificato europeo si adatta così allo spirito dell?Unione: in questo modo verrà facilitato anche ai produttori del Fair Trade l?accesso al mercato. Un esempio che ha anticipato le potenzialità di questa unificazione dei marchi è Pfanner, leader europeo nella produzione di succhi di frutta che, grazie ad un accordo con TransFair Austria, TransFair Italia e TransFair Germania, a fine 2001 ha inserito in tutto il centro e nord Europa un succo d?arancia equo e solidale.


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